È un Mario Draghi irrituale. E che, per la prima volta da quando è a Palazzo Chigi, non si preoccupa troppo della forma. La conferenza stampa serale al suo ritorno dalla visita di Stato a Barcellona viene infatti convocata in fretta e furia. Dura poco meno di dieci minuti e - nonostante i modi siano come sempre educati e cortesi - non manca qualche spigolo e una certa ruvidità in alcune risposte. Una novità per l'ex numero uno della Bce. Che, d'altra parte, si sarebbe volentieri risparmiato d'incontrare i giornalisti dopo una giornata intera passata in Spagna, dove è stato premiato con due riconoscimenti, ha tenuto due interventi pubblici ed ha avuto un bilaterale con il primo ministro Pedro Sanchez. Ma la confusione che si è andata creando in questi ultimi giorni sul piano vaccinale ha superato il limite di guardia. E dopo virologi e scienziati che si sono mossi in ordine sparso e il Cts che non ha saputo prendere le redini della questione, come pure il ministero della Sanità guidato da Roberto Speranza, ieri ci si sono messi anche Gianni Rezza e Silvio Brusaferro. Il direttore generale della Prevenzione del ministero della Sanità e il presidente dell'Iss hanno infatti tenuto una conferenza stampa nella quale più che fare chiarezza hanno contribuito ad alimentare dubbi. Soprattutto sui temi chiave della campagna vaccinale, a partire dall'immunizzazione eterologa. Insomma, la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Così, in volo da Barcellona verso Roma, Draghi ha deciso di metterci la faccia. Con una conferenza stampa urgente in compagnia del ministro Speranza e del commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo. Il premier è netto. La vaccinazione «eterologa», dice, «funziona». «Io stesso - aggiunge - martedì sono prenotato per fare l'eterologa». La prima dose di AstraZeneca, spiega Draghi, ha prodotto «anticorpi bassi e allora mi si consiglia di fare l'eterologa, che funziona per me e anche per chi ha meno di 60 anni». Comunque, ci tiene a precisare, chi ha ricevuto la prima dose di Az «è libero» di fare la seconda con lo stesso farmaco «purché abbia il parere di un medico e un consenso informato bene». L'importante, è il punto su cui batte il presidente del Consiglio, è che «vaccinarsi è fondamentale». Insomma, «la cosa peggiore che si può fare è non vaccinarsi o vaccinarsi con una dose sola». Il resto sono dettagli.
Draghi, dunque, decide di metterci la faccia e provare a smuovere l'impasse in cui pare essersi arenata la campagna vaccinale ormai da qualche giorno. Il mix, è il messaggio, non è un problema né un rischio. Così come fare una seconda dose di AstraZeneca pur essendo over 60. D'altra parte, l'Inghilterra insegna che la variante Delta è pericolosa e prende piede velocemente proprio nei Paesi che hanno favorito la somministrazione della prima dose lasciando indietro i richiami. Ecco perché il premier vuole evitare passi falsi.
Sullo stop alle mascherine, invece, Draghi spiega che «non ci sono date» per eliminare l'obbligo, ma che già oggi chiederà al Cts «un parere perché dica se si può togliere o no».
Sull'eventuale proroga dello Stato di emergenza, invece, la risposta è netta e - tra le righe - rivolta con un pizzico di polemica pure alle aperture dei giorni scorsi arrivate da Speranza. Come ha scritto Sabino Cassese, dice il premier, «non si può decidere lo stato di emergenza con un mese e mezzo di anticipo». Quindi «lo decideremo quando saremo vicini alla data di scadenza».
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