Il radicalismo della "cosa rossa"

Prima dell'arrivo di Beppe Grillo e delle sue dichiarazioni tra brigate di cittadinanza, passamontagna e reddito universale, alla manifestazione del M5S di sabato a Roma erano andate in scena le prove generali per costruire la cosa rossa

Il radicalismo della "cosa rossa"
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Prima dell'arrivo di Beppe Grillo e delle sue dichiarazioni tra brigate di cittadinanza, passamontagna e reddito universale, alla manifestazione del M5S di sabato a Roma erano andate in scena le prove generali per costruire la cosa rossa. Tra abbracci, proclami di collaborazione, auspici di campo largo, Conte e la Schlein avevano invocato un'opposizione unita contro «il governo più a destra di sempre», un'unione sancita anche dalla presenza di Fratoianni. Le parole di Grillo hanno però rovinato la festa all'asse Conte-Schlein che stenta a decollare anche per la forte contrarietà della minoranza dem come testimonia l'addio all'assemblea nazionale del consigliere regionale ed ex candidato alla regione Lazio Alessio D'Amato. Nelle settimane passate avevano sbattuto la porta, non riconoscendosi più nella linea del Pd, numerose figure di peso, da Borghi a Cottarelli, da Fioroni a Marcucci e anche la componente interna moderata è sul piede di guerra. La partecipazione della Schlein alla manifestazione grillina (inizialmente non prevista) è solo l'ultimo episodio di un posizionamento del Pd che spaventa i moderati come ha capito Matteo Renzi: «vedo Elly Schlein rincorrere il corteo grillino e domando ai riformisti del Pd: ma davvero volete finire così la vostra esperienza politica?». Un interrogativo che in queste ore si staranno ponendo numerosi militanti e dirigenti del Partito Democratico visto il posizionamento radicale assunto dal partito su numerosi temi dopo l'elezione della Schlein a segretario.

Il malcontento è tale che ormai viene esternato pubblicamente come nel caso dell'europarlamentare Pina Picierno: «unire le opposizioni è fondamentale. Ma intorno a cosa ci uniamo? Alle parole aberranti di Moni Ovadia sull'Ucraina o alle farneticazioni di Beppe Grillo sui passamontagna?».

Il posizionamento sulla guerra è solo uno dei temi che rischia di spaccare il Pd diviso anche sulla visione dell'economia con una componente più propensa a politiche liberali e la Schlein che porta avanti un approccio assistenzialista: «non si può fare a meno del reddito di cittadinanza».

Sarebbe interessante conoscere la sua opinione sul reddito universale proposto da Beppe Grillo, di sicuro sappiano qual è il suo pensiero sull'utero in affitto: «sono personalmente favorevole». È proprio sui temi etici che il Pd ha assunto una posizione radicale come testimoniano le parole del vicepresidente del partito Chiara Gribaudo al Gay Pride di Torino di sabato. A chi le chiedeva se a suo giudizio ci fosse una legittimazione morale alle discriminazioni da parte del governo, Gribaudo ha affermato: «drammaticamente mi verrebbe da dire di sì visto le scelte assurde che stanno assumendo contro i bambini e in generale contro tutte le minoranze e volendo discriminare ancora una volta le persone e l'amore tra le persone». Molto da dire ci sarebbe anche sulla deriva ideologica legata all'ambientalismo.

Come se già non bastassero le dispute sui temi economici, sociali e di posizionamento politico, negli ultimi giorni tiene banco la polemica sull'abolizione del reato di abuso d'ufficio con la Schlein schierata contro la cancellazione e i sindaci del Pd d'accordo con il ministro della Giustizia Nordio.

Se queste sono le premesse, il progetto del campo largo rischia di fallire ancor prima di partire trascinato a fondo dall'implosione del Pd.

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