Drogata e stuprata in un parcheggio di una discoteca. Cesar Augusto Sanchez Martinez, 36 anni di origini peruviane, è stato arrestato dopo un'indagine durata 3 mesi. A firmare l'ordinanza di custodia cautelare in carcere il gip Tiziana Coccoluto, dopo aver acquisito elementi schiaccianti a carico dell'indagato. Prove granitiche, come il suo dna trovato dal Ris dei carabinieri sugli indumenti intimi della vittima.
A ricostruire la brutta storia sono gli investigatori del commissariato Primavalle. Anna, nome di fantasia, è una ventenne romana al secondo giorno di lavoro come «ragazza immagine» in una discoteca di San Basilio, «El Taboo». A ingaggiarla è un promoter del locale, Cesar. L'uomo non perde tempo e la sera dell'11 ottobre scorso invita a cena la ragazza. «Ti porto a Ostia», le dice. Anna non si fida e rifiuta. Lui insiste e le offre un drink. «Bevilo tutto in un sorso», le dice. Nel bicchiere una sostanza a base di Ghb, la droga dello stupro. Anna da quel momento non ricorda molto. Passano le ore, la giovane non torna a casa. La madre si insospettisce. La chiama al telefono ma lei non risponde. Quando, grazie a una app sul telefonino, la donna vede che la figlia è geolocalizzata da ore in un parcheggio vicino alla discoteca, entra in macchina e la va a cercare. «Sono salva grazie a lei», racconterà. Quando la trova è sotto choc, non sa spiegare cosa ci facesse in quel posto. La madre la carica in auto e la porta immediatamente in ospedale, al San Filippo Neri. Anna è in stato confusionale. I medici confermano le violenze e accertano la presenza di lividi ed escoriazioni su braccia, gambe e collo.
Arrivano gli agenti che prendono a verbale madre e figlia. «Dopo il drink offerto da Cesar ho il vuoto», spiega nella denuncia. Partono le prime indagini, il pm affida gli esami di laboratorio al Ris. Vengono visionate anche le telecamere in strada ma nessuna ha ripreso le fasi della violenza. Anna ha un black out dopo aver bevuto, ma ricorda perfettamente chi l'ha ingaggiata, invitata insistentemente fuori dal locale e offerto da bere. Il sudamericano viene iscritto nel registro degli indagati. Si cercano testimoni mentre gli esperti della scientifica trovano tracce biologiche compatibili con materiale genetico dell'unico sospetto.
Prove inoppugnabili, tanto che il pm Barbara Trotta chiede e ottiene dal gip l'arresto del pierre 36enne con l'accusa di violenza sessuale aggravata dall'aver agito abusando delle condizioni di inferiorità fisiche e psichiche della vittima, causate dall'averle somministrato sostanze narcotizzanti e stupefacenti a sua insaputa.SteVla
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