Raggi corre dai pm per evitare il processo E il fedelissimo Marra lascia il carcere

La sindaca dovrà testimoniare. E vuole essere ascoltata sul caso Romeo

Raggi corre dai pm per evitare il processo E il fedelissimo Marra lascia il carcere

Roma La sindaca Virginia Raggi rischia di doverlo ridimensionare quel sette e mezzo che si è attribuita per la sua gestione di Roma, presa sempre di più dalle sue vicende giudiziarie e quelle del suo ex fedelissimo, Raffaele Marra, arrestato mesi fa per corruzione. L'ex braccio destro ieri ha testimoniato nel processo che lo vede imputato con l'imprenditore Sergio Scarpellini. «Sono un servitore dello Stato, l'arresto mi ha distrutto», ha detto l'ex capo del Personale in aula prima che i giudici decidessero di revocargli i domiciliari, imponendogli l'obbligo di firma giornaliero. Sorte condivisa con Scarpellini.

Presto, forse a settembre, la sindaca dovrà testimoniare nello stesso processo, chiamata proprio dalla difesa Marra, e non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere, perché questo dibattimento non è collegato con l'inchiesta sulle nomine, chiusa due settimane fa, in cui è indagata e che potrebbe costarle il processo. La decisione arriverà tra pochi giorni, a meno che a breve non riesca a chiarire tutto con il procuratore aggiunto Paolo Ielo. Insomma, le grane con la legge sono sempre più un pensiero per la prima cittadina grillina che aveva fatto della trasparenza dell'azione amministrativa uno dei punti del suo programma. In settimana la Raggi dovrebbe essere interrogata di nuovo. Questa volta è lei a volere il faccia a faccia con i magistrati per provare a convincerli a non chiedere il suo rinvio a giudizio per le irregolarità nella nomina a capo delle segreteria politica di Salvatore Romeo, l'uomo che le aveva intestato a sua insaputa tre polizze vita, e a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele. Per quest'ultima nomina la Raggi è accusata di falso per aver dichiarato all'Anac di aver agito autonomamente, senza coinvolgere nella decisione il fratello di Marra, allora vicecapo di gabinetto. Non contento dei guai provocati dalla sua nomina, poi annullata, proprio in questi giorni, come scrive il Messaggero, Renato Marra ha presentato nuovamente domanda per andare a dirigere lo stesso dipartimento Turismo. Una sorta di sfida alla sindaca, che sarà costretta a vagliare la sua richiesta anche se l'esito della scelta appare scontato.

L'avvocato della prima cittadina, Alessandro Mancori, è fiducioso: «Per quanto riguarda l'accusa di abuso d'ufficio in relazione alla nomina di Romeo, dimostreremo come le precedenti amministrazioni hanno proceduto a nomine con le stesse modalità con cui la Raggi ha scelto il suo ex capo segreteria. Quanto al reato di falso per la vicenda Marra, porteremo ai pm l'esito di alcune indagini difensive che consentiranno di provare la totale estraneità della sindaca ai fatti contestati».

Marra, intanto, ha spiegato ai giudici che i 377mila euro avuti da Scarpellini erano un prestito destinato alla moglie: «Non mi ha mai chiesto di

intervenire per agevolare le sue pratiche», ha detto. E del suo ruolo in Campidoglio: «Nell'ultimo periodo ero in aspettativa e volevo rimanerci, ma la Raggi e il suo staff hanno insistito perché rientrassi in organico».

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