Come siete umani voi. Muore Paolo Villaggio e i commenti funebri stanno a zero o quasi. Percentuale fisiologica, più che altro limitata a familiari, colleghi e ai commentatori come Michele Serra che rappresentano, chissà come gode Villaggio!, proprio il topos della Corazzata Potëmkin sepolto dai celebri 92 minuti di applausi nel Secondo Tragico Fantozzi (dove in realtà era la Corazzata Kotiomkim). Gli altri hanno riso. Ma riso di brutto. No, non della morte di Villaggio da molti (me compreso) considerata quasi un lutto nazionale. Ma della vitalità di una maschera a questo punto destinata a diventare eterna. Da quando abbiamo sentito la notizia, è partito lo scambio. Siamo nell'epoca della condivisione no? Tutti hanno condiviso via telefono o computer le scene di Fantozzi perché ognuno di noi, specialmente maschi ma non solo, ha le proprie battute preferite, quelle che lo fanno ridere anche solo al pensiero. Quelle che lo rappresentano oppure ne esorcizzano le paure, le fobie, i ricordi. «Cinque secondi per riprendere conoscenza, 4 secondi per superare il quotidiano impatto con la vista della moglie più 6 per chiedersi, come sempre senza risposta, cosa mai lo avesse un giorno spinto a sposare quella specie di curioso animale domestico». Sono le prime parole del primo film di Fantozzi, tra le più gettonate in questi giorni sul «mostruoso» ingorgo di ricordi via Whatsapp, Twitter, Facebook e qualsiasi altro social abitato da esseri viventi. Dopotutto il tormentone Fantozzi in quarant'anni non si è mai affievolito e non è un caso che, a parte i costanti successi di ascolto delle repliche tv, su iTunes non si trovino le versioni digitali in streaming o download dei primi due film, autentici super cult di tutte le generazioni dal '75 a oggi. Sono un tesoro che il mondo digitale deve ancora scoprire fino in fondo, magari attraverso edizioni rimasterizzate o con spezzoni inediti.
Per capirci, della famosa dieta di «tu mancia?», la prigionia di Fantozzi costretto a un regime alimentare che neanche una fotomodella, ci sono due edizioni diverse ma quella più gettonata oggi è quella con «polpette di Bafaria, cuore di patata, farina, aromi. Peccato tu non puole mangiare! Quattro tipi di carne, formaggio, uova...». Fantozzi sbava, mugula, soffre e poi afferra le «poppette» prima di farsi crudelmente internare nell'isolamento della clinica dimagrante. «Tu mancia?». Più degli altri film di Villaggio, sono stati quelli del ragioniere «matricola milleuno barrabis» a scatenare l'emozione e la commozione di tutti. Abbiamo riso della sua morte sapendo che è immortale. Lo è anche se ingoia il «tordo intero», dopo «la decisione tragica» presa alla cena che, «con astuta mossa padronale», i conti Serbelloni Mazzanti avevano aperto anche ai vili impiegati. «Colori di Fantozzi: rosso, rosso pompeiano, arancia aragosta, viola, viola addobbo funebre, blu tenebra, sul blu tenebra Fantozzi andò in coma cardiorespiratorio».
Impossibile resistere perché, anche se è difficile ammetterlo, tutti abbiamo vissuto l'imbarazzo di non essere all'altezza, di non rispondere alla aspettative, di giocarsi i sogni o le speranze con una mossa sbagliata. Perciò il potere taumaturgico di Fantozzi si è esaltato proprio di fronte alla scomparsa del suo volto al cinema. E tutti abbiamo riso della sua morte (terrena) in un'euforia probabilmente finora unica nella storia. Quando se ne vanno altri comici, la risata si smorza almeno per qualche giorno, oppure è timida e imbarazzata. Invece in questi giorni tutti ridono a crepapelle rivedendo (spesso per la milionesima volta) le gag e gli sketch di Fantozzi. Lui al Casino di Montecarlo con il conte Piercarlo ing. Semenzara. Il sorteggione. La settimana bianca a maggio. «La mia è classe, il suo è culo, coglionazzo». La coppa Cobram e la partenza in bici «alla bersagliera». Cecco presunto amante di Pina che era «un orrendo butterato di 26 anni con il culo molto basso».
E la telefonata che tutti abbiamo rischiato di fare almeno una volta: «Faccio l'accento svedese? Prooondiii? Fantozzi è lei?». Sì, a turno siamo tutti Fantozzi e, per fargli piacere, in questi giorni ridiamo ancora di lui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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