C'era un premier che voleva liberare la Rai dai partiti. No, non è l'inizio di una barzelletta. Anche se potrebbe sembrarlo. Voleva riuscire nella grande impresa, ma non per amore del servizio pubblico. Fuori i partiti, così mi piazzo comodo, comodo, starà pensando (ormai da tempo) Matteo Renzi.
E, ancor prima che si riesca a capire qualcosa della riforma di viale Mazzini, il virus renziano ha già colpito tutti. C'è stato un vero e proprio picco in questi giorni: decine e decine di direttori e dirigenti a letto, anzi, in ginocchio, con la renzite.
Ieri sera, infatti, mentre il premier era ospite della trasmissione di Enrico Mentana, Bersaglio Mobile, in onda su La7, a viale Mazzini si adoperavano nel gioco delle tre carte.
Allora: Tv7, il programma di approfondimento giornalistico del TgUno, era previsto per le 23,15 come da palinsesto, ma Renzi non aveva ancora finito di parlare. Problema enorme.
Cosa fare? Per non disturbare il premier, il direttore di Raiuno Giancarlo Leone, coordinato, probabilemente, dal dg Luigi Gubitosi, ha deciso di far slittare lo storico programma fin dopo la mezzanotte, non appena Renzi avesse terminato il suo spot elettorale sulla rete di Cairo. Così, tanto per far vedere che nessuno vuole (e neanche si azzarderebbe mai) disturbare il premier. Anzi, se si potesse dare una mano, ben volentieri. L'Arena docet.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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