Il video girato dal testimone oculare dell'incidente in cui è morto Ramy Elgaml è stato cancellato dal suo cellulare. Omar E. ha detto la verità quando ha dichiarato di aver ripreso le fasi finali dell'inseguimento da parte dei carabinieri del Tmax con a bordo il 19enne egiziano e l'amico Fares Bouzidi e terminato con la caduta dello scooter, il decesso praticamente sul colpo del primo ragazzo e il ferimento grave del secondo. Il testimone ha anche dichiarato che subito dopo i fatti due carabinieri gli hanno intimato di eliminare il video. Il filmato sarebbe irrecuperabile, perché è stato eliminato anche dal cestino del telefono, tuttavia sono rimaste tracce della sua esistenza e della successiva cancellazione.
Tutto questo emerge dalla consulenza tecnica informatica, firmata da Marco Tinti che era stato incaricato dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini. L'esperto aveva proprio il compito di confermare o meno quanto sostenuto dal giovane testimone. Il video aveva la durata di un minuto e dieci secondi e non è stato possibile trovarlo. Però le prove emerse della sua eliminazione sarebbero «evidenti», come è stato riferito. Ne è rimasto un solo frame nella cache della galleria (è visibile sul sito dell'Agi) che mostra quelle che sembrano le luci dell'auto dei carabinieri che sta arrivando. Dalla consulenza è risultato inoltre che la fotocamera del telefonino di Omar E. è stata attiva dalle 4.03 e 22 secondi fino alle 4.04 e 31 secondi del 24 novembre e la posizione dell'utente alle 4.03 era geolocalizzata esattamente in via Ripamonti all'angolo con via Quaranta, dove Ramy è morto dopo lo scontro dello scooter con un palo del semaforo.
Dalla consulenza depositata ieri emerge anche che il testimone alle 4.49 di quella notte, prima che il cellulare gli venisse sequestrato dalla Procura, ha fatto per tre volte ricerche online su «come recuperare i file cancellati dal cestino». Così Omar E. a verbale: «Quando hanno visto che stavo filmando, erano due pattuglie, due carabinieri in divisa, non so se della prima o seconda macchina, i carabinieri sono venuti vicino a me e mi hanno fatto una foto al documento e mi hanno detto cancella immediatamente il video, adesso che hai fatto il video ti becchi anche una denuncia». Per queste presunte pressioni due carabinieri risultano indagati per frode processuale e depistaggio.
Per far luce sulle circostanze della morte del 19enne, nei prossimi giorni dovrebbe essere depositata in Procura anche la consulenza tecnica cinematica, sempre richiesta dai pm Cirigliano e Serafini, dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal procuratore Marcello Viola.
In questo filone risultano indagati per omicidio stradale il carabiniere che era alla guida della prima Gazzella, dietro cui ne arrivavano altre due, e lo stesso Fares, che guidava senza avere la patente lo scooter e non si è fermato a un primo alt dei militari. Il nodo centrale da sciogliere, considerato che uno o più urti tra i due veicoli ci sarebbero stati, è se a causare la caduta del Tmax sia stata una «spinta» della pattuglia del Radiomobile.
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