Ramy, l'allarme degli agenti: "Boom di fughe dai controlli"

Dopo la vicenda di Milano il fenomeno è in aumento. Il sindacato: "Forzare i posti di blocco ormai è normale"

Ramy, l'allarme degli agenti: "Boom di fughe dai controlli"
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Forzare i posti di blocco sta diventando una moda. L'Usif, l'Unione sindacale italiana finanzieri, ha già alzato il livello di allerta, denunciando la crescita del fenomeno. La cronaca, purtroppo, non lascia spazio a smentite. Il «caso Ramy», che risale a novembre scorso, ha avuto un esito drammatico: il ragazzo egiziano è morto a Milano dopo circa 8 chilometri d'inseguimento. L'indagine sulle presunte responsabilità dei carabinieri è in corso. Ma da allora altri posti di blocco sono stati abbattuti senza rispettare l'obbligo di fermarsi. Venerdì, a Modena, un ventunenne, peraltro senza patente, ha superato l'alt della Guardia di finanza. Le conseguenze sono state un inseguimento per le strade della città emiliana e l'arresto del conducente. L'Usif parla di «tendenza», perché la «pratica» si sta «ripetendo con frequenza crescente». Con tutti i rischi che questa «prassi» comporta per l'ordine pubblico. A Eboli, due giorni fa, un automobilista è stato denunciato per aver forzato un posto di blocco, questa volta della municipale. A Giulianova, tre giorni fa, un ragazzo di origini albanesi, un minore di 17anni, è stato arrestato dopo non essersi fermato. Il giovane guidava una Bmw rubata. Le forze dell'ordine hanno dovuto tallonare per chilometri il diciassettenne. E sono riusciti a fermare la fuga solo nei pressi di un cavalcavia. Adesso il giovane è in un carcere minorile e dovrà rispondere delle accuse. E ancora, nelle settimane successive al caso Ramy, sono stati segnalati casi di forzatura o superamento di posti di blocco a Battipaglia, a Catania, a Ragusa (in questa circostanza alla guida c'era addirittura un quindicenne), a Varese, a Jesolo, in provincia di Rieti, a Egna, a Genova, a Settimo torinese e così via. L'Usif sottolinea che la frequenza non è una novità. Se non altro perché il fenomeno è stato denunciato già un anno fa. «Gli operatori delle forze dell'ordine - fa presente la segreteria generale del sindacato - non possono essere messi a rischio sistematicamente da comportamenti che violano apertamente le leggi». Il sindacato, in scia delle tante sigle che rappresentano gli agenti di polizia, rimarca anche la responsabilità di una parte della politica. L'Usif richiama l'attenzione su «dichiarazioni, talvolta avventate, rilasciate anche da esponenti politici o istituzionali, che possono contribuire a una percezione distorta delle responsabilità delle forze dell'ordine». Il centrodestra di governo prosegue con le sue iniziative a tutela delle forze dell'ordine. In Senato è sempre prevista l'accelerazione per l'approvazione del ddl Sicurezza. Intanto le forze politiche agiscono sui territori. Fratelli d'Italia continua con la sua raccolta firme. Augusta Montaruli, vice capogruppo alla Camera, ha fatto presente come la sottoscrizione sia arrivata anche «nel Comune più alto d'Italia». Il vicepremier Matteo Salvini, ieri, parlando della raccolta firme del Carroccio a sostegno degli agenti, ha scritto un lungo post via X. «Ogni giorno - ha premesso - , le forze dell'ordine rischiano la loro vita per la nostra sicurezza». «A sinistra - ha insistito il leader della Lega - fanno di tutto per attaccarle e screditarle, ma difenderle è dovere di tutti - soprattutto in questi giorni - ecco perché la Lega ha inserito nel ddl Sicurezza proposte (già presentate e approvate alla Camera) a tutela degli agenti. Firma anche tu online per ribadire la tua solidarietà a donne e uomini in divisa e sostenere queste misure per aiutarli a fare meglio il loro lavoro».

Il centrodestra sembra convinto che la questione, oltre agli aspetti legislativi, presenti anche dei risvolti culturali. Come quello di ribadire come le forze dell'ordine rappresentino il «presidio dello Stato». E certo non un ingombrante ostacolo da poter superare o persino forzare.

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