Non era mai accaduto dal 2013, quando Benedetto XVI adbidò da Papa, che Joseph Ratzinger uscisse dai confini del Vaticano, se non per recarsi a Castel Gandolfo. Lo ha fatto ieri per volare in Germania, al capezzale del fratello, per l'ultimo saluto nella vita terrena. Dalla quiete del Monastero Mater Ecclesiae, il Pontefice emerito si è consultato dapprima con Francesco, il Papa regnante, poi ha fatto le valigie ed è salito a bordo di un volo di stato messo a disposizione dall'Aeronautica Militare per salutare il fratello maggiore, don Georg, 96 anni, ammalato e le cui condizioni di salute sono peggiorate negli ultimi giorni. Accompagnato da monsignor Georg Gaenswein, suo fidato segretario, dal medico, da un infermiere, da una delle memores domini e dal vicecomandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano, Joseph Ratzinger si fermerà a Ratisbona «il tempo necessario», come ha riferito il direttore della sala stampa Matteo Bruni.
Non c'è la paura per la diffusione del coronavirus, non ci sono i timori per i nuovi focolai che si stanno verificando in Germania, e non c'è preoccupazione nemmeno per le sue condizioni di salute precarie, vista l'età, 93 anni compiuti ad aprile in pieno lockdown. Ratzinger non ci ha pensato due volte ed è volato dal fratello, a cui è legatissimo. Separati a tre anni di età, sono stati ordinati sacerdoti lo stesso giorno, il 29 giugno 1951 nel duomo di Frisinga. Le circostanze della vita li hanno portati su direttrici diverse - brillante musicista Georg, teologo di rango Joseph - ma il vincolo reciproco è sempre rimasto saldo. Prova ne sono in particolare le numerose visite che Georg Ratzinger ha compiuto in Vaticano dal 2005 al 2013, negli anni del Pontificato del fratello e anche dopo la sua rinuncia.
«Fin dalla nascita, mio fratello è stato per me non solo un compagno, ma anche una guida affidabile aveva detto il Papa emerito nel 2008, quando la città di Castel Gandolfo concesse la cittadinanza onoraria a Georg Ratzinger -. Ha sempre rappresentato un punto di orientamento e di riferimento con la chiarezza e la determinazione delle sue decisioni». In una nota, la diocesi di Ratisbona ha annunciato che «non è stata ancora decisa» la data di ritorno in Vaticano di Joseph Ratzinger. «È forse l'ultima volta che i due fratelli si vedono in questo mondo», scrive la diocesi tedesca, invitando a «lasciare che questo incontro profondamente personale rimanga privato» e a «pregare per i fratelli Ratzinger».
Dopo essere atterrato con un volo di stato a Monaco, il Papa emerito si è trasferito a Ratisbona in macchina; alloggerà al seminario diocesano. E starà accanto al fratello negli ultimi istanti della sua vita. Negli anni scorsi fu pubblicato un dossier che fece luce su casi di violenza subiti dai piccoli cantori del Duomo di Ratisbona, diretto da Georg Ratzinger dal 1964 al 1994. Il carteggio dell'inchiesta avviata nel 2015, e presentata dall'avvocato Weber, mostrò che oltre 500 bambini subirono violenze corporali e 67 anche violenze sessuali. L'accusa arrivò fino a Georg Ratzinger, per «corresponsabilità» e per «aver fatto finta di non vedere e di non essere intervenuto nonostante sapesse».
Probabilmente la permanenza di Benedetto XVI nella sua Baviera non durerà a lungo, ma materializza una circostanza finora mai vista, ossia che il Papa regnante e l'emerito, protagonisti finora di una coabitazione ravvicinata non priva di complicazioni, si trovino ora distanti, almeno spazialmente, lasciando a Roma un solo uomo vestito di bianco.
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