Razzi e droni, Kiev al buio "È il giorno più difficile"

Attacchi massicci in tutto il Paese con 120 missili. Kuleba: "Barbarie senza fine per Capodanno"

Razzi e droni, Kiev al buio "È il giorno più difficile"

Una notte di attacchi massicci - prima con droni kamikaze nell'Est e nel Sud dell'Ucraina, poi con oltre 120 missili lanciati da aerei provenienti dalla regione di Rostov e dall'area settentrionale del Mar Caspio e da navi nel Mar Nero - hanno fatto attivare le sirene d'allarme in tutte le regioni del Paese e la difesa antiaerea ucraina, che è riuscita ad intercettare la maggior parte dei razzi. Le autorità di Minsk hanno denunciato che uno dei missili della contraerea di Kiev sarebbe caduto in Bielorussia. Un incidente ritenuto molto grave dal ministero degli Esteri, che ha convocato l'ambasciatore ucraino a Minsk e ha sollecitato un'inchiesta approfondita.

Per il ministero della Difesa ucraino quello di ieri è stato uno degli attacchi missilistici più pesanti dall'inizio dell'invasione: «I russi sognano che gli ucraini festeggino il nuovo anno nell'oscurità e nel freddo. Ma non potranno sconfiggere il nostro popolo». La situazione dei rifornimenti energetici è senza dubbio complessa perché ci sono stati ingenti danni alle infrastrutture. E non solo nella capitale, dove il 40 per cento dei residenti è senza elettricità. Anche Leopoli, nell'Ucraina occidentale, dopo gli ultimi bombardamenti è per il 90% al buio ed è a rischio anche la distribuzione di acqua. Città in blackout pure nella regione di Odessa, al Sud. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha parlato di «barbarie senza senso»: «Queste sono le uniche parole che mi vengono in mente vedendo la Russia lanciare un'altra pioggia di missili contro le pacifiche città ucraine prima di Capodanno». Per il capo della diplomazia «non può esserci «neutralità di fronte a tali crimini di guerra di massa»: «Fingere di essere neutrali equivale a schierarsi dalla parte della Russia».

Al momento il conflitto sarebbe in una fase di stallo, sia in campo che a livello di possibili trattative per arrivare ad una tregua. Il direttore dell'agenzia di intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, in un'intervista alla Bbc, ha detto che né l'Ucraina né la Russia sono in grado di fare progressi significativi: «La situazione è bloccata» e Mosca sarebbe «in un vicolo cieco». Avrebbe subito grandi perdite, mentre alle forze ucraine mancherebbero le risorse per avanzare in un maggior numero di aree. «Non possiamo sconfiggerli in tutte le direzioni in modo completo. E nemmeno loro. Attendiamo con ansia nuove forniture di armi e l'arrivo di armi più avanzate», ha spiegato. Dopo la riconquista di Kherson da parte degli ucraini a novembre, la maggior parte delle battaglie più accese si è svolta intorno a Bakhmut, nella regione orientale di Donetsk. Altrove le forze russe sembrano essere sulla difensiva, mentre l'inverno ha rallentato il ritmo delle operazioni di terra dell'Ucraina lungo i mille chilometri del fronte. I funzionari ucraini temono comunque un'altra offensiva di terra da parte delle truppe di Mosca dalla Bielorussia all'inizio del nuovo anno. Una spinta che per lo 007 di Kiev potrebbe includere un secondo tentativo di conquistare la capitale coinvolgendo decine di migliaia di riservisti addestrati in Russia. Anche se al momento non ci sarebbero segnali di preparativi per un'invasione di Kiev o delle aree settentrionali da parte di Minsk.

Le attività della Russia in Bielorussia - compreso il movimento di migliaia di soldati - sarebbero piuttosto tentativi di far deviare le truppe ucraine dai campi di battaglia a Sud e ad Est verso il Nord del Paese. Sul fronte di una possibile tregua, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha bocciato la formula di pace proposta dal presidente Vladimir Zelensky: «È evidente che Kiev non è pronta al dialogo».

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