In tempi di Coronavirus e di emergenza sanitaria c'è chi pensa alla salute dei capelli: il deputato grillino Luigi Iovino, classe '93 ed il più giovane della legislatura, con un cuoio capelluto che ancora "regge", ha pensato di chiedere al governo un sostegno per l'alopecia e risolvere il disagio dei pelati.
Come si legge su Libero, non si tratta di uno scherzo di Carnevale fuori stagione: il giovane grillino, con un'interrogazione a risposta scritta depositata due giorni fa, ha chiesto al governo un sostegno per chi è senza capelli: la proposta è di inserire "l'alopecia areata" all'interno dell'elenco delle malattie croniche e invalidanti e "prevedere un'esenzione per l'effettuazione di esami, cure, terapie e acquisizione di dispositivi medici".
Quindi? Parrucche gratis? L'idea di Iovine è andare incontro ai pazienti "per tentare di arginare l'impatto emotivo e psicologico causato dalla malattia che ricorrono a protesi o parrucche sostenendo ingenti costi non solo per il loro acquisto ma anche per la loro manutenzione: basti pensare che una singola parrucca può costare fino a 3 mila euro (4 mila euro, invece, per le protesi), con una durata approssimativa di circa un anno solare".
Ma le parrucche, da sole, non bastano perchè si aggiungerebbero le spese per "il ricorso alla tecnica della dermopigmentazione, al fine di ridisegnare con metodi innovativi ciglia e sopracciglia: il tutto avviene con costi molto elevati, spesso ripetuti nel tempo a causa dei continui richiami per il trattamento".
Molto sensibile alla tematica, Iovine mostra una preparazione fuori dal comune quasi come fosse un dermatologo. "L'alopecia - che è differente dalla calvizia, - è una delle malattie genetiche e autoimmuni più diffuse con una incidenza stimata attorno all' 1,7 per cento della popolazione. Circa 145 milioni di persone al mondo soffrono di tale patologia, che può manifestarsi in qualunque età e senza distinzioni di sesso".
Il deputato specifica che è importante distinguere tra la "classica perdita dei capelli, comune a molte persone e spesso legata a fattori ambientali e fisici" dall' alopecia, vera e propria patologia. Le forme più gravi non sono pericolose per la vita ma, come spiega, possono "produrre effetti devastanti sul piano psicologico: senso di frustrazione, disagio personale, perdita dell' autostima, finanche gravi limitazioni in tutti i contesti sociali, compreso quello lavorativo".
A questo punto, l'idea è che serva un aiuto da parte dello Stato: "Ad oggi, nel nostro Paese, esistono importanti realtà associative che mirano a tutelare e dare sostegno ai pazienti affetti da alopecia nonché a promuovere costanti campagne di sensibilizzazione tese al riconoscimento nazionale dell'alopecia areata come
malattia rara ed invalidante con l'ottenimento dei relativi diritti già previsti per le malattie croniche e invalidanti inserite nell' allegato 8-bis del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017".
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