Solamente nel 2021 il numero di famiglie povere nel Mezzogiorno è aumentato del 6,6%. In notevole ascesa anche le domande presentate all'Inps per ottenere il reddito di cittadinanza.
Il divario tra Nord e Sud
"Il divario sembra stia tornando ad aprirsi", afferma Luca Bianchi, direttore generale della Svimez, associazione privata che studia le condizioni economiche del Mezzogiorno d'Italia. Infatti, sono 466mila, tra gennaio e maggio le richieste per il reddito inviate da nuclei familiari residenti al sud o nelle Isole. Un dato che segna un aumento del +15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'esatto opposto di ciò che è accaduto al nord e al centro. Nel resto d'Italia le richieste per l'rdc, dopo il picco dello scorso anno causato dalla pandemia, sono diminuite rispettivamente del 19% e del 5,8%.
I dati pubblicati nell'ultimo osservatorio Inps sullo strumento di contrasto alla povertà ben fotografano la netta disuguaglianza economica tra famiglie del meridione e del settentrione. Non va dimenticato però, come riporta il Sole24ore, che ad influenzare le statistiche è anche il meccanismo di rinnovo dell'Isee il quale da quest'anno fa riferimento ai reddito e ai patrimonio del 2020, notevolmente penalizzati dall'impatto causato dal Covid. In più, anche la scadenza naturale del reddito di cittadinanza ha un suo peso. I beneficiari nel mese di maggio risultano in netto calo. Per quale motivo? Perché 255mila nuclei familiari hanno terminato di percepire il reddito di cittadinanza dopo 18 o 36 mesi. Ben 225mila appartenevano alla corte di aprile 2019, vale a dire al secondo rinnovo.
Il dato, a tratti inquietante, che dimostra come il reddito non sia una misura in grado né di abolire la povertà, né di aiutare gli italiani a trovare lavoro è che l'80% tra questi (circa 200mila nuclei familiari) hanno già ripresentato la domanda. Già dal mese prossimo, perciò, le statistiche cresceranno esponenzialmente determinando il picco sulla platea raggiunta dal sussidio statale.
Chi prende il reddito
Il totale di nuclei beneficiari a maggio 2022 è stato 1,05 milioni: il 63% è residente al Sud o nelle Isole. Campania e Sicilia guidano questa speciale classifica con il 21,9% e il 19% delle prestazioni erogate. Seguono il Lazio con 10,6 e la Puglia con il 9,3%. Il 47% dei beneficiari, inoltre, è single, il 41% ha dei minori a carico e solo il 16% è disabile.
Al resoconto dove emerge chiaramente il fallimento dell'rdc rispetto a quelli che erano gli obiettivi che si poneva quando è stato ideato, vanno aggiunti anche i dati Istat sulla povertà assoluta. Anche in questo caso i dati del Mezzogiorno continuano la loro triste ascesa: dal 9,4% del 2020 al 10%. Scende il nord: dal 7,6% al 6,7%.
"I valori sono simili a quelli raggiunti prima dell'introduzione del reddito di cittadinanza come se gli effetti di una distribuzione così importante di risorse, erogate da aprile 2019 per contrastare il crescente fenomeno della povertà, siano stati annullati quasi completamente dall'impatto delle crisi più recenti", afferma sempre Bianchi di Svimez. Anche Bankitalia ha spiegato quanto sia allarmante la situazione odierna. Rispetto al decennio prepandemia, infatti, il peso economico del Mezzogiorno è ancora meno incisivo.
Stando a quanto è possibile leggere nel report, il divario con il Centro Nord in termini di "tassi di occupazione e di prodotto pro capite è tornato ad ampliarsi". Senza dimenticare i livelli di produttività, anche questi sono rimasti "ampiamente inferiori a quelli del resto del Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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