Il reddito di inclusione (Rei), l'ultima delle manovre sociali approvate dal governo, finirà col sovvenzionare 600mila immigrati.
A certificare il dato che in molti si attendevano è stato il Rapporto sulla Politica di Bilancio 2018 appena pubblicato dall'Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb). L'ente guidato da Giuseppe Pisauro ha analizzato, in base al numero di stranieri presenti sul territorio nazionale, al tasso di povertà di questi ultimi e alle regole per l'assegnazione dell'assegnao, quante famiglie (e di che tipo) godranno del Rei.
"La povertà assoluta è molto più diffusa tra i cittadini non italiani (il 27,4 per cento dei nuclei con capofamiglia non italiano è povero, contro il 4,5 di quelli con capofamiglia italiano)", scrivono gli esperti dell'Ufficio parlamentare come riporta Libero. Ecco perché alla fine quota di stranieri sarà consistente.
L'Ubp, in realtà, spiega che "il Rei garantisce un sostegno a quasi la metà dei nuclei poveri con capofamiglia di cittadinanza italiana, contro circa un terzo di quelli con capofamiglia straniero" e che "nel complesso (...) i nuclei beneficiari del Rei saranno per più di tre quarti italiani, pur non tenendo conto dei requisiti in termini di cittadinanza e residenza previsti dalla normativa, che dovrebbero restringere ulteriormente la platea di cittadini stranieri". Nonostante ciò, proprio a ragione del fatto che molte famiglie indigenti sono straniere, alla fine il peso degli immigrati sul Rei sarà non indifferente.
A conti fatti, scrive Libero, il 76% degli assegnatari del reddito di inclusione dovrebbe essere nato in Italia e il 24% potrebbe avere origine straniera. Il fatto è che il rapporto tra cittadini italiani e immigrati è di uno a dieci. E così, di fatto, scrive Libero, l'assegno "raggiungerà il 3% degli italiani e il 12% degli stranieri residenti in Italia". In numeri assoluti significa che su 700mila famiglie che riceveranno il sostegno dal governo, ben 168mila saranno con il capofamiglia straniero. Ovvero circa 600mila persone.
Il Reddito di inclusione partirà da gennaio e costerà alle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro nel primo anno di attività. La prima trance prevede l'erogazione solo alle famiglie con a carico un minore, una donna in stato di gravidanza, un disabile o un disoccupato con più di 55 anni. Poi la platea si allargherà. Se al primo giro saranno circa 500mila famiglie a ottenerlo, a regime saranno 800mila, circa 2,5 milioni di persone. Di quanto si tratta? Per un nucleo di cinque persone in difficoltà economiche il governo ha previsto 485 euro, pari all’assegno sociale . Ed è il valore massimo che verrà corrisposto per un totale di non più di 18 mesi.
Per gli immigrati ci sono delle ulteriori restrizioni: i cittadini extracomunitari potranno presentare domanda solo se in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo e se vivono nel Belpaese, in maniera continuativa, da almeno due anni. Mentre per i migranti che hanno già ottenuto lo status di rifugiato o la protezione internazionale varranno le stesse regole degli italiani. Per tutti i candidati, il reddito dovrà essere inferiore a 6mila euro l'anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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