Il Consiglio dei ministri di oggi metterà una pietra tombale sul redditometro. Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, terrà una relazione sul decreto pubblicato pochi giorni fa sulla Gazzetta Ufficiale e ieri sera ha firmato l'atto di indirizzo con cui blocca l'entrata in vigore delle nuove disposizioni. Le acquisizioni di dati, infatti, riguardano quasi ogni genere di spesa (dalle medicine fino all'acquisto di piante e fiori al mantenimento di un cavallo) per risalire al reddito effettivo del contribuente in casi estremi. Si tratta di un vecchio metodo studiato per analizzare le dichiarazioni a basso imponibile o le dichiarazioni non presentate da contribuenti «facoltosi».
«Il redditometro è un sistema inquisitorio. Il fisco deve avere un rapporto amicale con il cittadino», ha spiegato ieri il vicepremier Antonio Tajani. Nonostante lo stop, tuttavia, il governo ha intenzione di «intensificare l'impegno contro i grandi evasori ma senza attivare il grande fratello fiscale», come ha spiegato il presidente Meloni. Il governo punta, dunque, sul fisco amico e oggi, infatti, è atteso all'esame definitivo il dlgs Sanzioni, provvedimento attuativo della delega fiscale, che alleggerisce le penalità.
Finisce l'era delle maxi-multe fino al 240%: dalla dichiarazione fiscale omessa o infedele fino ai casi in cui si comunica al fisco meno di quanto accertato al contribuente verrà chiesto non più del 120% dell'ammontare dovuto. Il nuovo regime, che dovrebbe scattare da settembre, prevede sanzioni amministrative ridotte da un quinto a un terzo. Per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell'Irap oppure la dichiarazione del sostituto d'imposta, la multa sarà del 120%, anziché dal 120 al 240% previsto ora. Mentre per dichiarazione infedele, si passa da 90-180% al 70%. Le sanzioni tributarie riscosse ogni anno ammontano a circa 2,27 miliardi. Il taglio delle multe, che vengono ridotte nel complesso di circa il 10%, si spiega nella relazione tecnica, avrà un effetto negativo, ma con multe di minore importo, si scommette su una maggiore adesione all'accertamento. Novità anche per i commercianti: per l'omessa o tardiva trasmissione o con dati incompleti o non veritieri dei corrispettivi giornalieri arriva un tetto di 1.000 euro alle sanzioni, mentre l'omessa, incompleta o infedele comunicazione delle minusvalenze sarà punita con una sanzione massima di 30mila euro (anziché 50mila).
Per quanto riguarda i princìpi da adottare per le sole sanzioni penali, vengono individuati due criteri direttivi. Il primo è di dare specifico rilievo all'eventuale sopraggiunta impossibilità, per il contribuente, di fare fronte al pagamento del tributo, per motivi a lui non imputabili. Il secondo criterio direttivo è dare specifico rilievo in sede penale alle definizioni raggiunte in sede amministrativa o giudiziale circa la valutazione della rilevanza del fatto.
Il dlgs stabilisce un nuovo regime per le compensazioni dei crediti d'imposta, certificati dalla piattaforma dei crediti commerciali, con le sanzioni e gli interessi per omessi versamenti di imposte su redditi regolarmente dichiarati.
I crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, nei confronti delle amministrazioni statali per somministrazioni, forniture e appalti, possono essere compensati, solo su specifica richiesta del creditore, con le somme dovute a titolo di sanzioni e interessi per omessi versamenti di imposte sui redditi regolarmente dichiarati a seguito di comunicazione di irregolarità. Una volta entrato in vigore, scatterà un nuovo regime anche per evitare l'avvio di più procedimenti penali per la stessa violazione.
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