Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini la pensano diversamente sul referendum: il primo ha annunciato che voterà "No", mentre il secondo ha confermato che si schiererà a favore del taglio dei parlamentari. La riforma che porta la firma del Movimento 5 Stelle trova il pieno sostegno e appoggio da parte della Lega, che però deve fare i conti con il parere contrario del numero due del Carroccio: "Voterò convintamente no". L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio sostiene che tagliare il 40% degli eletti darebbe un potere senza limite alle segreterie di partito, limitando molto la volontà popolare: "È una deriva da evitare con forza. Sarebbe un favore ad un governo inadeguato. Anche per questo che voterò 'No'".
La linea di Giorgetti si contrappone a quella del leader della Lega, il quale anche recentemente ha confermato il proprio "Sì" soprattutto per una questione di coerenza, visto che per ben quattro volte ha dato il via libera in Parlamento. Il segretario federale del partito di via Bellerio ha rimarcato: "Il referendum è il trionfo della democrazia. Non voglio fare come un Renzi qualunque, che prima vota 'No' e poi per salvare la poltrona vota 'Sì'".
"La Lega non è una caserma"
Salvini ha comunque colto l'occasione per mettere le cose in chiaro. Intervenuto a Matera nel corso di un comizio a sostegno del candidato sindaco del centrodestra, Rocco Luigi Sassone, ha precisato: "Se qualcuno la pensa in maniera diversa, sicuramente non mi arrabbio e non mi offendo. La Lega non è una caserma a differenza di altri movimenti, siamo uomini e donne liberi". Alla base della sua scelta vi è una convinzione: il Parlamento potrebbe lavorare in maniera efficace anche con meno parlamentari. La stessa linea di Giorgetti è stata adottata da Guglielmo Picchi, che sul proprio profilo Twitter ha espresso la posizione sul taglio dei parlamentari: "Grazie Matteo. La Lega non è una caserma. Voterò 'No' al referendum".
All'attacco è andato subito Gianfranco Librandi: a suo giudizio all'interno della Lega regna una grande confusione tra quanto dichiarato dal proprio leader e le scelte degli altri componenti. Il parlamentare di Italia Viva ha sottolineato che si tratta di un aspetto "grave" per un movimento politico che da sempre ribadisce la volontà di voler guidare il Paese "ma che non riesce a trovare un accordo su nulla".
"Evidentemente, la Lega mette al primo posto i giochi di prestigio, rimanendo vaga tra la demagogia e l'irresistibile volontà di fare sciacallaggio mediatico a fine elettorale", ha concluso Librandi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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