"Ho sbagliato anch'io sul referendum, l'ho caricato troppo... Ma capita di sbagliare". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Palacultura di Messina, a una manifestazione sul Sì al referendum. Il mea culpa del premier arriva in una giornata di contestazioni in Sicilia. Tensione e qualche tafferuglio con la polizia si sono registrati davanti al Teatro Massimo di Palermo dove studenti universitari e delle scuole medie hanno contestato il presidente del Consiglio (video).
Poco dopo Renzi si è spostato a Trapani, dove la situazione non è stata diversa, seppur meno violenta: il capo del governo è stato contestato al suo arrivo al cinema Ariston: un gruppo di persone, tra cui disoccupati e animalisti, ha gridato slogan contro il governo e il segretario del Pd.
"Dobbiamo volere bene a questi ragazzi che mi contestano, perché noi svolgiamo in tutta Italia una funzione sociale, diamo loro modo di esprimersi, dobbiamo volergli bene, anzi accogliamoli con un grande applauso e un grande abbraccio. Deve essere una vita terribile quella passata a lamentarsi soltanto a non avere un'idea ma attaccare solo gli altri", ha replicato Renzi.
Ma a tenere banco c'è anche un'altra polemica. "Le parole di Indro Montanelli sulla Costituzione sono di una sconcertante attualità". È quanto si legge in un articolo, pubblicato oggi dal comitato Basta Un Sì sul sito www.bastaunsi.it, che ripropone l'intervista realizzata da Alain Elkann nel 1999 al fondatore de Il Giornale. "Alla domanda se fosse giusto riscrivere la Costituzione, Montanelli rispondeva chiaramente: 'Ma certo che è giusto! Deve essere riscritta secondo criteri logici, non criteri illogici. Tutte le volte che si diceva di restituire potere all'Esecutivo, e mettere il Governo nelle condizioni di governare si veniva tacciati di essere fascisti. Con questo ricatto abbiamo fatto le più grosse scempiaggini che si potesse immaginare. Questa Costituzione porta male gli anni da quando aveva un giorno, perché fu subito chiaro quali erano i suoi difetti, denunciati anche da uomini come Calamandrei e Pagi".
"La vicenda del comitato del Sì che sfrutta le parole di Montanelli è surreale. Nella prima Repubblica c'era chi faceva votare i morti, ora si fa parlare chi non c'è più. La verità è che il Sì è un'accolita di potere, sono legati alle loro poltrone che cercano di difendere in tutti i modi. Non si era mai vista una riforma costituzionale sponsorizzata solo da quelli del governo". Lo ha detto il senatore Gaetano Quagliariello (Idea), a margine della festa per il No promossa dal comitato No grazie. "È vergognoso che il Comitato del Sì, senza alcun ritegno, arruoli a sproposito nella sua fila persino Indro Montanelli andando a tirare fuori una sua intervista del 1999 in cui sosteneva testualmente che riscrivere la Costituzione è giusto ma deve essere riscritta secondo criteri logici. E queste parole autorizzerebbero a iscrivere Montanelli tra quanto sarebbero favorevoli alla pasticciata riforma Renzi-Boschi? Riforma che, tra l'altro, non essendo scritta secondo criteri logici mai sarebbe piaciuta a Montanelli. Evidentemente al comitato del Si sono proprio alla frutta, poveretti", ha tuonato Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e responsabile Organizzazione e territorio della Lega Nord. "Dal comitato BastaunSì finalmente si cala la maschera", dice il deputato della Sinistra Pd Davide Zoggia.
"Citando un'intervista di Indro Montanelli, che asseriva quanto fosse giusto cambiare la Costituzione per dare più potere all'esecutivo, finalmente si riconosce implicitamente il vero obiettivo di questo referendum: cambiare la forma di governo, togliendo poteri al Parlamento in favore dell'esecutivo e del suo capo. Evviva la sincerità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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