A una decina di giorni dalle elezioni Comunali, sale lo scontro nel Pd sul referendum di ottobre. Mentre Matteo Renzi chiede di abbassare i toni, ma rintuzza le polemiche ("Chi vince governa; chi perde controlla e fa opposizione come in tutto il resto del mondo", dice mentre è in viaggio verso il Giappone), la minoranza torna alla carica.
"I candidati sindaci, e sono quasi tutti renziani, sono preoccupati", avverte Roberto Speranza, sostenendo che la campagna per il "sì" lanciata dal segretario ben prima delle prossime Comunali - oltre alle polemiche con l'Anpi - sta nuocendo al centrosinistra. "Almeno in questi ultimi giorni di campagna elettorale sarebbe bene che Renzi, la Boschi e tutti gli altri abbassassero un po' i toni", intima Davide Zoggia, "Tutto quello che fa male al Pd, in questo momento, fa male ai nostri candidati".
E questa mattina ci si era messo pure Pierluigi Bersani che - dopo gli attacchi degli scorsi giorni - ha "ricattato" il premier senza mezzi termini: "Io sono intenzionato a votare sì al referendum", ha spiegato a Radio Anch'io, "La riforma non è la panacea di tutti i mali, non è questa svolta epocale ma prevalgono gli aspetti positivi. Ma se le cose vanno avanti così tra quattro mesi ci troviamo tra le macerie del campo democratico. Renzi deve tener conto delle obiezioni non irragionevoli del no, annunciare una proposta di legge per l'elezione diretta del Senato e la disponibilità a modificare l'italicum".
In particolare la minoranza Pd mette sul tavolo della "trattativa" una proposta di
legge per l'elezione diretta del Senato e la "disponibilità" a cambiare la legge elettorale. "Serve il doppio turno di collegio. Non si può scambiare un ballottaggio con il doppio turno", ha spiegato Bersani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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