Il timore era che il clamore mediatico attorno alla tragica fine di Giulio Regeni si spegnesse rapidamente. Invece da quel 3 febbraio, giorno in cui fu ritrovato il cadavere del ricercatore friulano, è stato un crescendo di indignazione, in Italia e all'estero, con la comune richiesta all'Egitto di fare chiarezza e di avere verità. Ieri ha preso una posizione netta anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo le petizioni a Londra e le iniziative del Parlamento europeo, che ieri ha ufficialmente invitato a Bruxelles i genitori di Giulio.
Un pressing fortissimo nei confronti dell'Egitto e del suo presidente Al Sisi che continua a negare ogni responsabilità anche dopo l'infruttuoso vertice congiunto tra investigatori che ha prodotto un nulla di fatto. Un coro unanime di condanna. O quasi. Perché in tutta questa vicenda la Francia non ha preso alcuna posizione ma, anzi, sembra approfittare delle tensioni tra Italia ed Egitto per «rubare» commesse al nostro Paese e trovare nuove sponde economiche in Nord Africa. Eppure la Francia, dalla presa della Bastiglia in poi, si è sempre auto dichiarata il Paese della libertà e dei diritti, civili. Salvo poi fregarsene bellamente quando di queste battaglie non ne è direttamente interessata. A tal proposito ha preso una posizione durissima anche il prestigioso New York Times, che con un editoriale di fuoco attacca la Francia ed elogia invece l'Italia per la sua determinazione nel volere giustizia. «La drammatica vicenda ha costretto almeno un Paese, l'Italia, a riconsiderare i propri rapporti con l'Egitto. È tempo che anche le altre democrazie occidentali facciano lo stesso», scrive il quotidiano americano che attacca: «L'Italia ha chiesto agli altri governi europei di fare pressioni sull'Egitto. Alla fine Londra ha chiesto una inchiesta trasparente ma c'è stato un vergognoso silenzio dalla Francia, il cui presidente François Hollande, andrà al Cairo lunedì per firmare un contratto da 1,1 miliardi di dollari in armi». Un accordo che, tra l'altro, secondo il quotidiano Usa «sfiderà la risoluzione del Parlamento Ue che chiede il bando all'export di equipaggiamenti e aiuti militari all'Egitto in risposta al messaggio agghiacciante della morte di Regeni», concludendo che in questo modo si darà «luce verde ad altre brutalità del regime».
Se Hollande tace e incassa, Mattarella alza la voce. «Non vogliamo e non possiamo dimenticare la sua passione e la sua vita orribilmente spezzata. Fare memoria è un atto di pace», ha detto il capo dello Stato in occasione del Meeting nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo ad Assisi che ha dedicato la due giorni proprio al ricercatore friulano.
Tante le iniziative nel nostro Paese. Ieri la presidenza della Commissione Diritti umani del Parlamento europeo ha deciso di invitare i familiari di Giulio Regeni all'Eurocamera. Uno striscione simile a quello che tutte le squadre di calcio di serie A e B mostreranno nel week end del 25 aprile prima di scendere in campo.
Intanto l'Egitto resta una polveriera. Ieri al Cairo e in altre città ci sono state manifestazioni contro Al Sisi, accusato tra l'altro di aver ceduto all'Arabia saudita due isole nel Mar Rosso.
I cortei, non autorizzati, si sono conclusi con decine di feriti, lacrimogeni e proiettili di gomma sulla folla dove molti hanno esposto la foto sorridente di Giulio Regeni come simbolo di lotta ad un regime violento e autoritario.
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