Sembra a rischio la tenuta interna del Pd pugliese e per il governatore Michele Emiliano questo diventa un grattacapo non secondario in vista delle prossime primarie del centrosinistra decisive per la ricandidatura alle regionali del prossimo anno. Ieri non si è più tenuta la riunione alla segreteria del partito a cui avrebbero dovuto partecipare anche deputati pugliesi e consiglieri regionali. Nell’aria si avverte la bocciatura della proposta di Emiliano di anticipare le primarie pugliesi per le regionali 2020 al prossimo 24 febbraio. In alternativa,Emiliano accetta di farle a Luglio, ma conoscendo subito il nome del suo avversario. Parafrasando le parole dell'ex governatore pugliese Nicki Vendola, ora appartenente al gruppo di Sinistra Italiana-Leu, "Michele Emiliano - sembrerebbe - chiuso nel suo castello di proclami e di chiacchiere roboanti, assediato dai suoi fantasmi e dalle sue fobie".
Il governatore avrebbe accusato il suo predecessore di complottare prima con Matteo Renzi e poi con Matteo Salvini per farlo perdere alle prossime primarie. Secondo Emiliano Vendola agirebbe per conto delle lobby dei rifiuti.
Vendola ha dichiarato di pentirsi di averlo sostenuto politicamente in passato. Ma non è solo il braccio di ferro con l’ex presidente della Regione che rischia di isolare Emiliano nel centrosinistra.
Tornando al rinvio della riunione di segreteria, secondo quanto si legge sul Corriere del Mezzogiorno, pare sia saltata per l'assenza annnciata dal deputato Marco Lacarra. L'incontro è slittato a data da destinarsi. Ma alla base c'è che il Pd pugliese, come quello nazionale, è diviso al suo interno.
Decisiva potrebbe essere l'assemblea del Pd, il prossimo 23 febbraio. In quella circostanza si tireranno le somme.
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