Lotta tra la vita e la morte una 34enne incinta originaria del Bangladesh e residente da anni a Palermo che, dopo il suo rientro da Londra il 15 maggio, è risultata positiva al Covid 19. La situazione è precipitata il 24 maggio, diversi giorni dopo, dunque, il suo arrivo in Sicilia, dove la donna aveva fatto ritorno rispettando il protocollo della registrazione sul portale della Regione e si era messa in quarantena. Nulla faceva sospettare la positività al coronavirus tanto che ai controlli nei due aeroporti di Londra e Roma, dove ha fatto scalo, non era stato rilevato nulla di anomalo dai termoscanner. E invece il virus era già in circolo e ha intaccato velocemente i polmoni in maniera grave tanto che, appena arrivata in ambulanza con febbre alta all'ospedale Cervello di Palermo, è stata inizialmente ricoverata in Pneumatologia semintensiva, e presto si è reso necessario il trasferimento nel reparto di Terapia intensiva e in Rianimazione. La donna è sedata e ventilata meccanicamente.
L'equipe multidisciplinare che la segue sta tentando di ritardare il parto. La donna è alla ventottesima settimana, per cui ogni giorno guadagnato è una piccola speranza in più perché il piccolo possa farcela. I medici si tengono comunque pronti in ogni momento per effettuare un eventuale cesareo di emergenza. «Il feto è tenuto sotto stretto monitoraggio dice Baldassarre Renda, il primario di Rianimazione dell'ospedale Cervello -. Stiamo prendendo più tempo possibile per portare alle migliori condizioni possibili il piccolo». Per salvare la vita di mamma e figlio, nella notte tra martedì e ieri, sono arrivate con un volo di Stato due sacche di plasma autoimmune provenienti dall'azienda ospedaliera di Pavia. L'aereo è atterrato all'aeroporto di Punta Raisi dove c'era personale del 118 che ha preso in consegna le sacche, che al momento rappresentano l'unica speranza per la gestante. I sanitari sono stati scortati dalla polizia fino all'ospedale Cervello, dove il plasma iperimmune è stato già infuso alla paziente.
Oltre alla donna e al piccolo che porta in grembo, si è dovuto pensare a tutti i passeggeri, al personale di volo e a tutte le persone che sono entrate in contatto con la donna sia il giorno del volo per far rientro in Sicilia, sia a Palermo, dove la 34enne è stata ospitata dalla famiglia del fratello, che ha pure un bambino. Alitalia ha contattato tutti i passeggeri, e l'Azienda sanitaria provinciale di Palermo ha ricostruito gli spostamenti della gestante e ha individuato tutte le persone che sono venute a contatto con lei nel capoluogo siciliano, tra le quali i parenti con cui viveva e tutti gli abitanti della palazzina. A tutti è stato eseguito il tampone.
In ospedale è stata effettuata una sanificazione straordinaria nei reparti di Ostetricia e al pronto soccorso.È un momento particolarmente delicato per la Sicilia che registra pochissimi nuovi contagi e spera che non si accendano nuovi focolai.
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