Stop alle situazioni paradossali a cui si assiste quotidianamente in questa fase 3 in cui le regole si interpretano prima di rispettarle. Dopo le polemiche sul via libera, durato un giorno, sui treni pieni e il dietrofront subito imposto dal ministro della Salute Roberto Speranza, il Comitato tecnico scientifico, che si era subito detto contrario alla deroga che pure aveva avuto l'ok del ministero dei Trasporti, si riunirà domani per stabilire regole uniformi per tutti i mezzi di trasporto. Norme che potrebbero essere devastanti per le compagnie aeree e sopratutto per chi viaggia, se gli aeromobili non potranno più decollare a pieno carico nel bel mezzo dell'estate, con i biglietti già venduti. Guai soprattutto per le low cost, che non hanno velivoli più grandi a disposizione e in caso di stretta hanno già minacciato di lasciare a terra i viaggiatori.
A tre settimane dall'ultima valutazione, e con la curva epidemiologica ancora ballerina, verranno effettuate verifiche su treni, pullman e traghetti, ma soprattutto sugli aerei, che ora viaggiano al 100% della capienza, nonostante spesso provengano da paesi dove il virus non è ancora sotto controllo. A favore degli aerei, dove non è previsto distanziamento ma solo la mascherina, i particolari filtri di sanificazione dell'aria e il fatto che i sedili sono disposti tutti nello stesso senso. Ma la disparità di trattamento fa storcere la bocca ai vertici delle aziende ferroviarie, penalizzate dall'esigenza di vendere meno biglietti e adesso anche nella bufera per i disagi provocati dalla necessità di ripristinare il contingentamento dei posti. Convogli soppressi e migliaia di utenti lasciati a terra da rimborsare. Per Walter Ricciardi spostarsi in treno con il distanziamento è sicuro, ma non lo è con i vagoni pieni come in epoca pre-Covid. «Anche a bordo degli aerei - insiste il consigliere scientifico del ministro della Salute - le regole tecniche sono corrette, il problema è la loro applicazione. Il rispetto dipende dalle compagnie, ognuna delle quali ha modalità diverse ed è difficile verificare se vengono rispettate». Gli esperti si riuniranno per fare il punto sulle regole anti-pandemia e per stabilire norme coerenti su tutto il territorio nazionale che limitino anche i colpi di coda delle Regioni, come Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Piemonte, che hanno confermato nonostante le disposizioni del governo, la volontà di far occupare il 100% dei posti sui mezzi pubblici locali. «Una scelta meditata», per l'assessore lombardo ai Trasporti, Claudia Terzi, che tiene conto della situazione sanitaria ma anche della necessità di coordinamento con le regioni vicine che hanno eliminato le restrizioni. Un possibile accordo sulle regole di distanziamento su bus, treni e metro potrebbe arrivare giovedì dalla conferenza Stato-Regioni.
Ma intanto in Lombardia il caos sulla capienza dei mezzi ha portato le due maggiori aziende locali che gestiscono il trasporto pubblico e il servizio ferroviario ad assumere decisioni differenti: l'Atm ha stabilito di mantenere gli adesivi che indicano i posti vietati «in attesa di un chiarimento» sull'ordinanza regionale in conflitto con quella ministeriale, Trenord invece ha preferito attenersi a quella regionale, informando i viaggiatori che su tutti i convogli è stata ripristinata la possibilità di occupare il totale dei posti a sedere. Idem in Liguria. Mentre la Toscana, condividendo le precauzioni del governo, ha scelto di adeguarsi all'ordinanza di Speranza.
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