Renzi batte cassa in Europa: "Via trenta miliardi di tasse"

La proposta a Bruxelles: per cinque anni stop al Fiscal compact. Così ossigeno all'economia, ma più deficit

Renzi batte cassa in Europa: "Via trenta miliardi di tasse"

Roma - Ora che non è più a Palazzo Chigi, Matteo Renzi dispensa ricette per tutto. Nell'anticipazione del suo nuovo libro ce n'è una anche per risollevare l'economia dell'Italia sfidando l'Europa sul deficit e rottamando il Fiscal Compact, sulla cui introduzione nei trattati il nostro Paese deve porre il veto.

Il segretario del Pd chiede il ritorno ai parametri di Maastricht per 5 anni con il deficit del 2,9 per cento. «Questo - scrive Renzi - permetterà al nostro Paese di avere a disposizione una cifra di almeno 30 miliardi di euro per i prossimi cinque anni per ridurre la pressione fiscale e rimodellare le strategie di crescita». Se non lo ha fatto quando era premier è perché in quel momento «non ce lo potevamo permettere». Durante il suo governo, dice, «la parola d'ordine per l'Italia era reputazione». Invece la prossima legislatura - perché Renzi ritiene che una sfida così grande abbia bisogno di un governo di legislatura per negoziare un accordo duraturo con Bruxelles - dovrà mettere sul tavolo uno scambio chiaro in Europa: «Noi abbassiamo il debito, ma la strada maestra per farlo è la crescita. Quindi abbiamo bisogno di abbassare le tasse». In questo accordo con le istituzioni europee, sempre secondo la ricetta di Renzi, l'Italia si impegna a ridurre il rapporto debito/Pil tramite sia una crescita più forte, sia un'operazione sul patrimonio che la Cassa depositi e prestiti e il ministero dell'Economia e delle Finanze hanno già studiato.

L'ex premier ha poi approfondito l'argomento con il Tg2 e ribadito la necessità di dare un po' di ossigeno all'economia, buttando giù il debito pubblico ma tornando contemporaneamente ai parametri di Maastricht. «Vuol dire rottamare il Fiscal Compact e l'austerity - ha detto Renzi - e avere un percorso di 5 anni che porti a una riduzione delle tasse, per le famiglie con figli, artigiani, commercianti, piccoli e medi imprenditori e per chi non ce la fa. Se mettiamo questi soldi nella riduzione fiscale - ha concluso il leader dem - diamo una grande spinta al Paese. La mia proposta vuol dire 30 miliardi di euro in meno di tasse. Spero che questo progetto serio, al quale stiamo lavorando da tempo, non sia solo l'idea di Renzi e del Pd ma diventi un'opportunità per tutti. Gli altri Paesi, quando vanno in Europa, vanno insieme senza litigare».

L'idea dello sforamento del deficit come sfida all'Europa, lascia perplessa Laura Ravetto: «Perché invece di limitarsi a proposte da libro - si chiede la deputata di Forza Italia - non lo fa fare immediatamente da Gentiloni, premier espresso dal suo partito, nella prossima legge di bilancio?». Una bocciatura arriva anche da Pierluigi Bersani: «Cinque anni di riduzione delle tasse in deficit. Se è così, si tratta dell'eterna e fallimentare ricetta di tutte le destre del mondo. Aggiungo che i partner europei si possono contestare e contrastare, ma è pericoloso pensare di poterli prendere in giro». Per Stefano Fassina, di Sinistra Italiana, le risorse liberate dalla morsa dell'austerity debbono essere impiegate in un piano di investimenti piuttosto che nella riduzione delle tasse.

«Tra l'alluvione di anticipazioni dell'ultima fatica letteraria di Renzi - dice Fassina - prendiamo la parte potenzialmente più interessante: l'obiettivo di deficit programmatico al 2,9 per cento per 5 anni. È la proposta macro che abbiamo presentato ogni settembre degli ultimi 3 anni. Sempre bocciata». Per il deputato dem Alan Ferrari invece la sfida lanciata da Renzi «è coraggiosa e lungimirante».

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