Un’alleanza ancora lontana, che anzi a oggi sarebbe impossibile. A cominciare dalla discordia sulle Amministrative di autunno. L’incontro tra il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, e il fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, ha certamente rappresentato una svolta nei rapporti personali. “Ma resta tutta la distanza politica”, concordano fonti vicine a entrambi i leader. Una lontananza che difatti vanifica qualsiasi discorso di alleanza. Certo, altro punto di comunanza riguarda la franchezza e la cordialità del faccia a faccia. “Nessuno si è presentato con i pregiudizi, ma è stato una sorta di atto dovuto, un riconoscimento a Renzi. Non si vedono risultati concreti”, sintetizza un esponente del Pd. Insomma, dalle buone intenzioni a un’intesa strutturale, ce ne passa. Il macigno è il dialogo con il Movimento 5 Stelle.
Letta in continuità con Zingaretti
Renzi è stato categorico nelle sue dichiarazioni. “A Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli M5S celebra un fallimento. Secondo me quell'esperienza non è replicabile, quindi fossi nel Pd non farei l'accordo con i Cinque Stelle”, ha detto l’ex Rottamatore in tv. E nell’inner circle renziano il ragionamento è più ampio: “Nei giorni scorsi Letta ha incontrato Conte, ha descritto l’alleanza con i grillini come una priorità dandogli un notevole risalto mediatico. Inutile girarci intorno: ha già fatto la sua scelta”. Dalle parti di Iv osservano ancora: “Il segretario del Pd sta guardando i sondaggi. Ma ricordiamo che ci sono le Amministrative, non si vota per le Politiche. E, per esempio, a Roma i 5 Stelle hanno già schierato la Raggi, che i dem hanno contrastato e continuano a criticare”. “E poi - dice a ilGiornale.it un deputato di Italia Viva - cosa è cambiato davvero? Oltre ai capigruppo, non mi pare granché”. La continuità è nei fatti, la linea politica prosegue quella indicata da Nicola Zingaretti. “Del resto è stato proprio Zingaretti a volere Letta come suo successore…”, è l’analisi proposta da un renziano doc.
Così dietro l’incontro cordiale, non si può nascondere nemmeno la strategia di Largo del Nazareno. Secondo quanto apprende llGiornale.it, Letta non mira davvero patto con Renzi, punta a svuotare Italia Viva. “Al segretario non interessa tanto la transumanza di parlamentari, uno in più o uno in meno, gli cambia poco. Anche perché si sta spendendo contro i cambi di casacca. L’obiettivo è più ambizioso, ed è elettorale”. Uno schiacciamento, magari facendo leva sul voto utile. In poche parole: la mossa per mettere definitivamente all'angolo la creatura renziana; che resta ferma al 2% nei sondaggi, dando la sensazione di non avere grandi prospettive. “Nel caso in cui Letta riuscisse ad azzerare Italia Viva, toglierebbe l’argomento dell’alleanza a tutti costi con Renzi”, osserva una fonte vicina all’area del ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
Il nodo della legge elettorale
Tuttavia, il segretario del Pd deve fare i conti con una frangia sostanziosa che mette ancora in agenda un punto: “Letta ha ricevuto il mandato per dialogare con tutti i riformisti e dare vita a un campo largo. Se iniziasse a piantare paletti, tradirebbe il programma che lo ha portato alla guida del partito”. Una sorta di avvertimento: se scarta Renzi a priori, ripartirebbe prontamente la guerriglia interna. Non sfugge, però, che Letta continua a mostrarsi aperturista nel confronto. L’immagine è quella di chi si batte per un nuovo Ulivo. “La verità - spiega un parlamentare dem - è che Renzi può rompere l’alleanza con i 5 Stelle con una legge elettorale proporzionale. Finché resta questa, difficile ipotizzare altri scenari. La palla è anche nelle sue mani”.
E c’è chi all’interno di Italia Viva tiene aperta la porta del confronto, a cominciare dall’azione in Parlamento. “Bisogna trovare la convergenza sui contenuti, non sulle astrazioni”. Nel dettaglio il suggerimento dei renziani è quello di “condizionare il governo sulle decisioni più importanti.
A cominciare dalla campagna di vaccinazione per proseguire con il contrasto alla crisi economica”. Il problema è che si torna al punto di partenza, alla problema numero uno: il rapporto con i 5 Stelle. Perché per i renziani le ricette grilline hanno fallito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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