Renzi fa il furbo coi pensionati: "Restituiremo parte dei soldi"

Renzi piagnucola: "La mia preoccupazione è per chi prende 700 euro". Ma ammette che lo Stato non rimborserà tutti i soldi che deve ai pensionati imbrogliati dalla Fornero

Renzi fa il furbo coi pensionati: "Restituiremo parte dei soldi"

Le misure per le pensioni arriveranno sul tavolo del consiglio dei ministri lunedì, come previsto. Ma, a differenza di quanto lasciato intendere finora, si tratterà forse solo di un primo esame. E per i pensionati, già defraudati da Mario Monti e Elsa Fornero, non si mette affatto bene. Matteo Renzi sta, infatti, studiando lo stratagemma migliore per gabbarli. "Restituiremo una parte di questi soldi - dice, sibillino, il premier a Radio Anch’io - stiamo studiando come fare a rispettare la sentenza e contemporaneamente l’esigenza di bilancio sapendo che questi soldi purtroppo non andranno ai pensionati che prendono 700 euro al mese".

"La Corte Costituzionale non ha detto che non si può fare il blocco delle pensioni, ma che in quel modo non andava bene - assicura Renzi - c’è da ripensare quel modello di organizzazione delle pensioni, lo faremo nel corso dei prossimi giorni e nei prossimi mesi". Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, fino ad oggi pronto a spingere sull’acceleratore, sembra aver soppesato le parole annunciando da Tiblisi che, nell’appuntamento già fissato per il primo giorno della prossima settimana, il governo "discuterà le misure" identificate per trovare una soluzione. Di decreto quindi Padoan stavolta non ha parlato, lasciando spazio alle interpretazioni che hanno visto emergere in questi giorni una diversità di intenti tra Tesoro e Palazzo Chigi sulla tempistica di un provvedimento. Tecnici del Mef e staff di Matteo Renzi stanno in realtà lavorando a stretto contatto per rendere il decreto disponibile rapidamente. Anche perchè, secondo quanto si evince da ambienti della maggioranza, quello di fare presto sembra un input in arrivo anche da Quirinale. Sergio Mattarella giudicherebbe infatti il decreto ineludibile e da approvare piuttosto velocemente.

"Non interveniamo sulle pensioni - assciura Renzi - il governo non metterà le mani nelle tasche degli italiani, non toglieremo niente a nessuno". Ora il governo è alle prese con tutte le ipotesi possibili che permettano di rispettare la sentenza della Corte e al tempo stesso minimizzare l’effetto sui conti pubblici. L’idea è quella di mini-rimborsi per fasce di reddito che limitino l’impatto totale dell’operazione a 2,5-3 miliardi al massimo. Tutti da quantificare, secondo le regole europee, nel bilancio 2015. Sulle coperture lo studio di fattibilità è ancora in corso, ma sembra esclusa l’ipotesi circolata in questi ultimi giorni che ci si possa rifare agli introiti della voluntary disclosure, ancora troppo vaghi e concretamente poco quantificabili. "Un presidente che non rispetta una sentenza della Corte Costituzionale è un presidente fuori legge", tuona Matteo Salvini ritenendo "gravissimo" il fatto che "Renzi restituirà solo una parte dei soldi dei pensionati".

Che gli arretrati debbano essere restituiti "a percentuale" sembra scontato anche guardando ai calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio. I tecnici dell’Upb hanno valutato il peso dei rimborsi nel "peggiore scenario" per la finanza pubblica, con arretrati 2012-2014 che oscillerebbero tra i 3.000 e i 7.000 euro a pensionato. Si passerebbe infatti dai 3.000 euro per un pensionato "tipo" con un assegno mensile pari a 3,5 il minimo (1.640 euro circa) ai 7.000 per gli assegni di 9,3 volte il minimo. Con un esborso monstre per l’Erario ed anche con un’incongruenza di fondo.

Se infatti i minori trattamenti ricevuti per effetto della deindicizzazione sarebbero stati tassati ad aliquota marginale di circa il 30% se percepiti anno per anno, oggi, in qualità di arretrati, sarebbero assoggettati ad una aliquota media pari a circa il 19%. Quindi il pensionato tipo che in passato ha perso potere d’acquisto per 2.100 euro, oggi ne recupererebbe circa 2.400 euro, ovvero una cifra superiore a quanto perduto.

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