Ursula von der Leyen presenta ufficialmente il nuovo collegio dei commissari nella sala del Parlamento Europeo, a Strasburgo, dove si riunisce la Conferenza dei presidenti dei gruppi politici. Tante le novità, stando alle indicazioni ufficialmente comunicate dalla presidente della Commissione Europea: sarebbero cinque i nuovi portafogli che l'esponente istituzionale tedesca vuole proporre per il nuovo esecutivo Ue. La proposta prevede infatti i commissari al Mediterraneo, alla Difesa e Sicurezza, al Commercio e alla Sicurezza economica. Un unico portafoglio includerà Energia e Politiche Abitative ed un altro si focalizzerà su Fisco, Clima e Crescita Verde. Una giornata comunque molto importante dopo il rinvio della scorsa settimana, le dimissioni di ieri del francese Thierry Breton e tutte le polemiche che hanno riguardato anche il ministro Raffaele Fitto, nominato oggi commissario alle Riforme e alle Politiche di Coesione nonché uno tra i sei vicepresidenti esecutivi. Gli altri cinque suoi omologhi saranno: Teresa Ribera (Spagna, delega alla Transizione competitiva), Stephane Sejourne (Francia, Politiche industriali), Kaja Kallas (Estonia, Lady Pesc,); Henna Verkunnen (Finlandia, Sovranità tecnologica), Roxana Minzatu (Romania, Istruzione).
Fitto vicepresidente, per lui delega alla Coesione e alle Riforme
"Raffaele Fitto sarà vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme - ha dichiarato la presidente von der Leyen durante la conferenza stampa tenuta nella sede europarlamentare strasburghese per presentare il suo secondo mandato -. Sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città. Porterà la sua grande esperienza per modernizzare e rafforzare gli investimenti per la coesione e le politiche di crescita". Dunque, dopo la proposta avanzata da Giorgia Meloni in occasione del Consiglio dei ministri convocato ad hoc lo scorso 30 agosto, il ministro degli Affari europei, le politiche di Coesione, il Pnrr e il Sud è stato confermato nella nuova squadra di governo europea per il quinquienno 2024-2029, con un portafoglio molto rilevante e con un ruolo istituzionale di primaria importanza. Un ufficialità che arriva nonostante negli ultimi giorni Socialisti, Liberali e Verdi europei avessero fatto pressione sulla von der Leyen affinché negasse di concedere un incarico da commissario a un esponente dei Conservatori. "Ottimo equilibrio", sostiene la presidente parlando dell'appartenenza dei commissari ai vari gruppi europei, che aggiunge: "L'Italia è un Paese importante e fondatore dell'Ue e questo dev'essere riflesso nella composizione del Collegio".
Che cosa succede adesso
Ora però, per quanto già delineato, il percorso della nuova Commissione Ue non è definitivamente concluso. Tutti i candidati alla carica di commissari dovranno superare un severo vaglio parlamentare, dovendo poi comparire davanti alle varie commissioni parlamentari in audizioni sui rispettivi ambiti di competenza. Ciascuna commissione valuterà quindi le competenze del candidato e le trasmetterà al Presidente del Parlamento. Una valutazione negativa può indurre i candidati a ritirarsi dal processo, come già avvenuto in passato. L'intera commissione, inclusi il Presidente e l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dovrà poi ottenere l'approvazione del Parlamento con una sola votazione. Dopo che l'assemblea legislativa ha approvato il collegio dei commissari, il Consiglio europeo - deliberando a maggioranza qualificata - lo nomina formalmente. Qualora, durante il mandato della Commissione, si verificasse un cambiamento sostanziale del portafoglio di competenze di un commissario, oppure occorra nominare un nuovo commissario in caso di vacanza o in seguito all'adesione di un nuovo Stato membro, il commissario interessato comparirà ancora una volta in audizione dinanzi alle commissioni competenti.
Von der Leyen sempre più potente
Con le polemiche dimissioni di ieri rassegnate da Thierry Breton, tutti i principali critici della presidente della Commissione non sono stati confermati per un secondo mandato. Del resto il commissario uscente francese era uno dei membri più influenti dell'esecutivo uscente ed è sempre stato piuttosto esplicito nell'esprimere i propri dubbi e le sue critiche sulla presidente. Negli ultimi tempi i rapporti tra i due si erano gravemente deteriorati e adesso invece per lei si apre la possibilità di essere una presidente ancora più accentratrice rispetto al recente passato, gestendo questioni strategiche facendo affidamento su un piccolo gruppo di consiglieri fidati, in cui è molto difficile entrare a far parte. Non sono stati riproposti dai loro stati neanche l'Alto rappresentante per gli affari esteri uscente, lo spagnolo Josep Borrell, che fra le altre cose aveva pubblicamente criticato von der Leyen per la sua gestione della guerra tra Israele e Hamas, e il lussemburghese Nicolas Schmit, commissario uscente per l'Occupazione, gli Affari sociali e l’Integrazione, critico esplicito della nomina dell'eurodeputato Markus Pieper a inviato speciale dell'Unione per le piccole e medie imprese. Marginalizzato, sebbene in un contesto differente, anche Frans Timmermans, ex commissario per il Clima e vicepresidente esecutivo della Commissione per il Green Deal europeo, che ad agosto del 2023 si era dimesso per candidarsi, senza successo, come primo ministro alle elezioni nei Paesi Bassi.
L'elenco completo dei nuovi commissari Ue
Ecco quindi – in
rigoroso ordine alfabetico rispetto al Paese di appartenenza – la composizione integrale di tutti e ventisei i "ministri" dell'Unione Europea che verrà da qui ai prossimi cinque anni tra Bruxelles e Strasburgo.- Magnus Brunner (Austria) – Affari interni e Migrazione
- Hadja Lahbib (Belgio) – Uguaglianza e Gestione delle crisi
- Ekaterina Zaharieva (Bulgaria) – Innovazione alle start-up
- Dubravka Šuica (Croazia) – Mediterraneo
- Costas Kadis (Cipro) – Pesca
- Jozef Síkela (Repubblica Ceca) – Cooperazione internazionale
- Dan Jørgensen (Danimarca) – Energia e a Casa
- Kaja Kallas (Estonia) – Vicepresidente e Alta rappresentante degli Affari esteri
- Henna Virkkunen (Finlandia) – Vicepresidente con delega alla Sovranità tecnologica e alla Sicurezza
- Stéphane Séjourné (Francia) – Vicepresidente con delega alla Prosperità e all’Industria
- Apostolos Tzitzikostas (Grecia) – Turismo
- Olivér Várhelyi (Ungheria) – Salute e Benessere animale
- Michael McGrath (Irlanda) – Giustizia
- Raffaele Fitto (Italia) – Vicepresidente con delega alla Coesione e alle Riforme
- Valdis Dombrovskis (Lettonia) – Economia e Semplificazione
- Andrius Kubilius (Lituania) – Difesa e a Spazio
- Christophe Hansen (Lussemburgo) – Agricoltura
- Glenn Micallef (Malta) – Cultura, Sport e Giustizia intergenerazionale
- Wopke Hoekstra (Paesi Bassi) – Clima
- Piotr Serafin (Polonia) – Bilancio e Pubblica amministrazione
- Maria Luís Albuquerque (Portogallo) – Servizi finanziari
- Roxana Mînzatu (Romania) – Vicepresidente con delega alle Persone e all'Istruzione
- Maroš Šefčovič (Slovacchia) – Commercio
- Marta Kos (Slovenia) – Processo di allargamento e Ricostruzione dell'Ucraina
- Teresa Ribera (Spagna) – Vicepresidente con delega alla Transizione giusta e alla Concorrenza
- Jessika Roswall (Svezia) – Ambiente
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