Renzi alla fine ha piegato Calenda: lista unica del Terzo polo alle Europee

Il leader di Italia viva ottiene l'impegno per le elezioni del 2024. E in cambio Azione non finirà nel gruppo Misto in Parlamento

Renzi alla fine ha piegato Calenda: lista unica del Terzo polo alle Europee
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Matteo Renzi piega Carlo Calenda: la lista unica alle Europee tra Italia Viva e Azione si avvicina. Alla vigilia della doppia assemblea dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, il leader di Azione capitola e accetta di correre con Renzi alle Europee sotto lo stesso simbolo. Una giravolta, in perfetto stile Calenda. Il 14 e il 16 maggio scorso il capo di Azione aveva escluso in modo netto l'intesa con Italia per il voto al Parlamento europeo: «Mai con Renzi alle Europee». Andando indietro nel tempo si trovano altre dichiarazioni nette di Calenda contro l'ipotesi della lista unica con Renzi alle Europee. Il 15 aprile Calenda gelava i pontieri: «Andiamo separati alle Europee». Ieri è arrivato il colpo di scena. Da Italia Viva apprezzano: «Soddisfazione per la retromarcia di Calenda che martedì scorso annunciava in diretta da Floris di non voler fare la lista unitaria di Renew Europe e oggi ha modificato la propria idea» fanno sapere fonti Iv. A far cambiare idea la minaccia di Renzi di rompere i gruppi: «Se voi dite che ognuno va per i fatti suoi in Europa, è partita chiusa anche nei gruppi. Se invece dite che facciamo uno sforzo, al netto delle umane simpatie, noi ci siamo». Sciogliere i gruppi avrebbe spedito Calenda nel Misto con Fratoianni e Bonelli: un'umiliazione per lui che aveva mandato all'aria l'alleanza con Enrico Letta proprio dopo l'intesa del Pd con Verdi e Sel. Lo scivolamento di Azione nel Misto alla Camera e al Senato avrebbe comportato almeno tre conseguenze dure da digerire. La prima: il ridimensionamento di staff e fondi. La seconda: al Senato Calenda avrebbe avuto come capogruppo Peppe De Cristofaro di Sel. E quindi per i suoi interventi, il leader di Azione avrebbe avuto a disposizione soltanto 2 minuti su ogni tema, in dissenso (ovviamente) con il capogruppo De Cristofaro. Stesso criterio per gli spazi televisivi ridimensionati, da dividere con le altre sigle del Misto. L'altra ragione è riconducibile all'emorragia che non si ferma: a Rimini tutto il direttivo ha abbandonato Azione. Una Caporetto per chi sognava di rifare il grande centro. Motivi che avrebbero indotto Calenda ad abbassare i toni contro Italia Viva. La giravolta si è compiuta nel documento che Azione ha preparato per la riunione dei gruppi. Tre punti: stop alle ostilità, gruppo unici e lista insieme alle Europee. Dal fronte di Azione provano a frenare: «Il documento firmato da tutti i parlamentari di Azione è chiaro e nitido: come dichiarato da Calenda sul Corriere della Sera di domenica, Azione parlerà con tutti i soggetti appartenenti a Renew e deciderà autonomamente in autunno come e con chi andare alle europee anche sulla base dei comportamenti tenuti dai potenziali partner». La strada è ormai imboccata. Il sigillo sarà messo il 24 a Roma all'assemblea di Renew Europe. Nella guerra di spifferi tra le due anime del Terzo Polo piomba un'altra tegola sulla testa di Calenda: il tesoriere del gruppo alla Camera, Giulio Cesare Sottanelli, sarebbe anche componente del Cda di istituto bancario. «Sarebbe incompatibile - fa notare qualche malizioso».

L'ultimo bersaglio dell'offensiva renziana resta Matteo Richetti, capogruppo del Terzo Polo alla Camera. Difficile, se non impossibile, che Renzi, dopo la Paita al Senato, possa conquistare la casella di capogruppo a Montecitorio. Le due opzioni gradite a Italia Viva sono Enrico Costa e Mara Carfagna.

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