Renzi ha già stancato tutti: sfiduciato da 3 italiani su 4

Solo il 25% sostiene il governo. Il ko alle amministrative è colpa degli errori su scuola e lavoro. Critico un elettore Pd su 5

Renzi ha già stancato tutti: sfiduciato da 3 italiani su 4

La fiducia degli italiani nei confronti del governo Renzi ha subito una ulteriore, significativa, diminuzione. Ma la colpa non è solo dei risultati delle ultime consultazioni amministrative. È vero che, secondo la maggior parte degli osservatori, le elezioni delle scorse settimane sono state caratterizzate da una cocente sconfitta per il Pd e da una sorta di «sconfessione» del presidente del Consiglio. In particolare, la perdita della Liguria e del Comune di Venezia appaiono indicative di
quanto è accaduto. Né può bastare l’argomento, spesso sollevato,dei«candidati sbagliati ».Inrealtà,si è manifestata- come anche lo stesso Renzi ha subito notato- una difficoltà nel mantenere gli elettori del centro, che avevano seguito con un certo entusiasmo Renzi in occasione delle elezioni europee, ma che questa volta l’hanno abbandonato, in parte dirigendosi verso il centrodestra e, spesso,preferendol’astensione.

Al tempo stesso, il Pd non è riuscito adattrarre i voti del Movimento5 Stelle,nemmeno al secondo turno delle consultazioni comunali: i «flussi» del voto a Venezia calcolati dall’Istituto Cattaneo mostrano inequivocabilmente come i votanti per Grillo abbiano preferito l’astensione piuttosto che il sostegno a Casson, che pure aveva aderito ai punti presentati dal M5S. Ma si è trattato di elezioni locali, il cuieffetto sulla politica nazionale può essere intenso ma è di solito - lo mostrano molt e esperienze passate- limitato nel tempo. È quello che pensa la maggioranza relativa degli italiani (47%) con una prevedibile accentuazione tra gli elettoridel Pd.Questi ultimi tendono, in netta maggioranza (78%), a ridimensionare la sconfitta, attribuendo la più che altro a fattor ilocali. Non la pensano così, però, le persone con titoli di studio più elevati (specieilaureati),gli studenti e,in buona misura, anche gli insegnanti (che hanno sempre costituito una base privilegiata per il Pd, ma che,in questo periodo,
sembrano avere una sorta di «dente avvelenato» contro il partito, a causa della proposta di riforma della scuola). Nell’insieme, il 43% degli italiani(con ovvie accentuazioni nei partiti del centrodestra) ritiene chel e elezioni abbiano costituito una battuta
d’arresto per il Pd. Dunque,è anche il risultato elettorale ad avere portato ad un forte ridimensionamento del sostegno per il governo Renzi. Dal 32% di giudizi positivi verso l’operato del governo registrato lo scorso aprile (a fronte del 54% dell’aprile
2014), si è passati oggi al 25%. Vale a dire che tre italiani su quattro valutano in questo momento negativamentel’azione dell’esecutivo.Ma tutto ciò non dipende solo dalla primavera sconfitta elettorale del presidente del Consiglio.In misura molto maggiore, il calo di popolarità è legato all’insoddisfazione per alcune riforme proposte(soprattutto la scuola) e alla percezione, più o meno fondata, di un insufficiente impegno sui temi economici e del lavoro. Com’è ovvio,l’area dello scontento per il governo è concentrata prevalentemente tra gli elettori delle opposizioni (96%traivotantiper ForzaItalia,93%nella LegaNord,85% nelM5S).

Ma è significativo notare che anche all’interno del Pd - ove pure la netta maggioranza (79%) dà un giudizio positivo sull’esecutivo - si rileva un’area relativamente vasta (21%) di valutazioni critiche. In altre parole,un elettore del Pd su cinque non apprezza l’operato del governo. È un brutto segnale per il partito di Renzi perché indica che l’erosione di voti Pd rilevata alle amministrative potrebbe proseguire. Il ridursi dei consensi al governo è l’effetto di un trend manifestatosi in maniera più accentuata nelle ultime settimane,anche se è in corso da un anno a questa parte. Ben il 37% degli elettori dichiara di avere in qualche modo percepito una diminuzione nella propria fiducia verso il governo nel corso dell’ultimo mese: in particolare, i laureati, specie se residenti al Nord. Ancora, denunciano una diminuzione di fiducia gli insegnanti e i disoccupati. Sibadi,l’erosione della fiducia in un governo al passare del tempo è un fenomeno consueto e forse inevitabile. Tutti gli esecutivi che hanno preceduto Renzi lo hanno sperimentato. E un consenso del 25% è tutt’altro che trascurabile. Resta il fatto cheil trend negativo degli ultimi mesi costituisce un fenomeno di cui Renzi non può non tenere conto. Tanto che e gli stesso ha dichiarato a Porta a Porta divolereritornare ai (bei) tempi del «Renzi 1», arrestando così il declino del «Renzi2» manifestato si in queste ultime settimane.

Vedremo se questa operazione avrà successo, tenendo presente che il «Renzi1» era basato prevalentemente sulla comunicazione (in cui il leader fiorentino è maestro indiscusso) e il «Renzi2»soprattutto sulle(più difficili) scelte di governo che comportano inevitabilmenteuncalodelconsenso.

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