Renzi mattatore alla Leopolda: scherza con Bonolis e candida Rula Jebreal

Paolo Bonolis ospite di Renzi alla Leopolda: "Ti ho portato un poncho degli Inti Illimani, così almeno ci rimane qualcosa di sinistra"

Renzi mattatore alla Leopolda: scherza con Bonolis e candida Rula Jebreal

È arrivato anche l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti alla Leopolda di Firenze, l'edizione numero 9 della kermesse politica lanciata da Matteo Renzi. Molti sindaci del centrosinistra, com'è noto, hanno chiesto a Minniti di candidarsi per la segreteria del Pd. Lui non ha ancora sciolto la riserva ma potrebbe farlo molto presto. A chi gli chiedeva se è candidato alla segreteria ha risposto così: "Al momento no". E ha chiuso ogni discorso: "Sono qui per ascoltare, non per parlare".

Il grande mattatore della Leopolda, com'era previsto, è stato Renzi, che sul palco si è esibito nell'insolita veste di conduttore di talk show. Per l'occasione ha invitato anche Paolo Bonolis, volto noto della tv. "Ti ho portato un poncho degli Inti Illimani, così almeno ci rimane qualcosa di sinistra", ha scherzato Bonolis con l'ex premier. E ancora battute: "Sono cresciuto con il film 'Quel gran pezzo dell'Ubalda, tutta nuda e tutta calda' e quando ho detto a mia moglie che venivo alla Leopolda perché ero stato invitato mi sono sentito imbarazzato". Renzi gli ha risposto: "Io sono della generazione che è cresciuta guardando alla tv 'Bim bum bam' condotto da Bonolis". Tra una battuta e l'altra Bonolis ha detto: "Sono venuto qui gratis e dico quello che mi pare. Se mi avevi pagato, dicevo quello che volevi te". Questi gli altri ospiti intervistati da Renzi: lo scienziato Roberto Cingolani, le giornaliste Federica Angeli e Rula Jebreal, il professor Roberto Burioni, noto immunologo.

Sempre in vena di battute e frecciatine, Renzi ha detto: "Il mio inglese non sarà un granché, ma sono pronto a fare un dibattito in inglese e francese, con Giuseppe Conte e Matteo Salvini. E sono pronto a fare un dibattito con Gigi Di Maio anche in italiano e basta...". Rivolgendosi al proprio partito ha detto: "Il vero problema del Paese non è il dibattito tra le correnti di un partito ma come organizzare il futuro".

"In questo momento sento il dovere morale di dare qualcosa indietro a questo Paese che mi ha dato tanto", ha detto la giornalista Rula Jebreal quando l'ex segretario Pd le ha chiesto se avesse mai pensato di entrare in politica. "E allora, visto che fra qualche mese si vota" per le elezioni europee, "cara Rula non finisce qua", ha aggiunto l'ex premier. "Non smettete di combattere, il futuro della democrazia dipende da voi, resiste in qualsiasi forma", è stato l'appello che Jebreal ha rivolto al popolo della Leopolda.

"In Messico dal 1996 non hanno più vittime per morbillo - ha detto l'immunologo Burioni - possibile che da noi ora sia morta una persona a Trieste? Mi ha chiamato ieri la Rai per intervistarmi su questo. Lo Stato non può barcollare tra scienza e superstizione. La scienza è una continua acquisizione e si corregge anche, ma la correggono gli scienziati, non il primo che
scrive su Twitter o Facebook". Prima dell'intervista Renzi, introducendo Burioni, da sempre impegnato a smontare le fake news sui vaccini, ha ricordato: "Chiesi a Burioni a Milano, una sera in
auto, di candidarsi. Credevo fosse una proposta a cui non poteva dire no, invece mi ha detto no". Burioni ha risposto a Renzi che il rifiuto fu motivato dal fatto che sarebbe stato più utile il suo impegno contro le sciocchezze sui vaccini restando fuori dalla politica.

"In questo momento i clan di Ostia sono morti - ha detto la giornalista Federica Angeli, autrice di inchieste sulla criminalità organizzata a Ostia, minacciata di morte dal clan Spada -. Lo dedichiamo a Falcone che disse che la mafia era un fenomeno umano che aveva un inizio e una fine, e ora sono finiti: sono finiti gli Spada, sono finiti i Fasciano".

Angeli ha rivolto anche una stoccata ai dem: "Del Pd non ho mai capito, e per me è stato un errore che oggi paghiamo, la cacciata di Ignazio Marino da sindaco di Roma". Renzi ha replicato: "Un giorno ti porto a cena con Orfini, io non c'entro", addossando ogni responsabilità all'allora commissario del Pd a Roma, attuale presidente del Pd.

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