Il giorno dopo lo scontro, nella direzione del Pd, sull'articolo 18 (e non solo), Renzi si toglie qualche sassolino dalle scarpe. "D’Alema se non ci fosse bisognerebbe inventarlo - dice il presidente del Consiglio a Ballarò -. Tutte le volte che parla guadagno un punto nei sondaggi". E ancora una pralina dedicata a D'Alema: "Se quando al governo c’era lui avessimo fatto la riforma del lavoro come hanno fatto in Germania o nel Regno Unito non saremmo ora a fare questa discussione".
Sul braccio di ferro coi sindacati in matertia di riforma del lavoro, Renzi rifila una stoccata alla Cgil: "Quando sarà in piazza, mi pare abbiano detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi fa la manifestazione contro". E ancora: "Ho grande rispetto per i sindacati, ma dov’erano in questi anni?. Dov’erano quando siamo passati dal 7 al 13 % (di disoccupazione, ndr)? Non c’erano - ha agginto -.Tornano in piazza ora? Bene! Viva! Che bello! Io nel frattempo non mollo e continuo a cercare di cambiare un Paese che ha bisogno di avere forse un po' meno discorsi astratti e un pò più proposte concrete come stiamo facendo noi".
Un altro tema importante toccato dal premier è il Tfr. "Così com’è c’è solo in Italia. Se diamo il tfr in busta paga si crea un problema di liquidità per le imprese. Le grandi ce la fanno, le piccole sono in difficoltà. Stiamo pensando di dare i soldi che arrivano dalla Bce alle pmi per i lavoratori". Il premier poi snocciola un po' di cifre: "Ne discuteremo nei prossimi giorni. Ma anzichè tenere i soldi da parte alla fine del lavoro te li do tutti i mesi. Significa che, per uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro inizia a fare una bella dote", circa 180 euro.
Camusso ironizza su Renzi
Alla battuta che il
premier ha fatto in un'intervista al Washington Post ("la gente è con noi, non con i sindacati"), Susanna Camusso risponde con l'ironia: "Perché togliere illusioni a un giovane presidente del Consiglio? Lasciamogliele".
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