"Da Report appalti agli spioni"

I rapporti del programma di RaiTre con agenzie investigative legate ad Equalize

"Da Report appalti agli spioni"
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Da Report a Report. Si chiama proprio così, Report Italia, la società di spioni che la Procura di Milano sospetta di avere fornito notizie a Report, l'omonima trasmissione di Rai3. É quanto emerge dalla informativa conclusiva che i carabinieri di Varese hanno consegnato alla Procura di Milano, e che ha consentito ai pm di chiedere l'arresto degli interi vertici di Equalize, la società di Enrico Pazzali, presidente della Fiera di Milano, e dell'ex poliziotto Carmine Gallo, nata per «ripulire» la reputazione informatica della aziende e divenuta una centrale di dossieraggi.

Da giorni i rapporti tra Equalize e Report - intesa come trasmissione Rai - sono al centro delle polemiche politiche, dopo che Nunzio Calamucci, arrestato nella retata del 28 ottobre, ha raccontato di avere scambiato notizie e dossier con un inviato della trasmissione. Per gli investigatori, Pazzali usava il programma di Ranucci per ricattare e condizionare i suoi avversari. Gli inquirenti sembrano determinati ad andare a fondo della questione, e l'altro giorno hanno convocato Calamucci per un secondo interrogatorio. E le nuove rivelazioni dell'hacker sono state tanto scottanti che il pm Alessandro De Tommasi ha deciso di segretare il verbale.

Di contatti tra Equalize e la redazione di Report, ben prima che Calamucci decidesse di vuotare il sacco, ne erano emersi più di uno: rapporti diretti tra Pazzali e Sigfrido Ranucci, «passaggio di dati» a Report per regolare i conti politici del boss della «fabbrica dei dossier». Ora emerge un altro dato significativo, e sul quale Report non ha dato spiegazioni: gli appalti che la trasmissione darebbe a agenzie investigative private per realizzare i suoi servizi. Appalti che diventano ulteriormente sospetti se finiscono, come appare dalle carte dell'indagine, a una struttura legata a doppio filo ad Equalize.

La società si chiama Report Italia, ha sede a Milano, e ha come legale rappresentante Marco Diella: un personaggio che compare ripetutamente nelle indagini come committente di accessi abusivi a banche dati segrete. Il socio di Diella è Vincenzo De Marzio, che la Procura di Milano accusa di associazione a delinquere insieme a Gallo e Calamucci. De Marzio è un carabiniere del Ros, nome in codice «Tela», poi passato ai servizi segreti esterni, l'Aise, poi rientrato bruscamente al Ros.

Con i due collabora Giulio Cornelli detto John Bologna, specializzato nella «esfiltrazione di dati» dai sistemi del Viminale al punto di avere costituito un «archivio di polizia parallelo». E De Marzio dice: «passavamo dati investigativi a Report». Che adesso dice di non saperne niente.

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