Report rischia la condanna contro Giorgetti e Fontana

Ranucci e un suo cronista sotto processo a Varese. Per i giudici i servizi sono potenzialmente diffamatori

Report rischia la condanna contro Giorgetti e Fontana
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C'è una «ragionevole previsione di condanna» per il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e il suo scudiero Giancarlo Mottola, accusati di concorso in diffamazione aggravata in due distinti processi in corso a Varese, chiesti (e ottenuti) dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e dalla consorte, dall'avvocato varesino Andrea Mascetti come parte civile e della dottoressa Maria Luisa Fontana, figlia del governatore leghista della Lombardia Attilio.

L'infelice sillogismo partorito dalla riforma della giustizia firmata dall'ex Guardasigilli Marta Cartabia per giustificare la necessità di un dibattimento perché fondato, ovvero la «ragionevole previsione di condanna», sembra un oltraggio alla presunzione d'innocenza, in realtà certifica che il processo a Report non è un assalto della destra al sedicente giornalismo d'inchiesta. Il giudice monocratico di Varese, con due distinte decisioni indipendenti, (l'ultima lo scorso 18 settembre) ha respinto l'ennesima richiesta di «non luogo a procedere» presentata dai difensori dei giornalisti di Raitre.

Galeotti furono due servizi vecchi di quattro anni, 19 e 26 ottobre 2020. Tanto ci è voluto per incardinare due procedimenti che hanno avuto un iter travagliato per colpa della competenza territoriale, contesa tra Roma (dove è stato realizzato il servizio) secondo il legale dei due Mario Casellato e Varese (città di residenza del ministro, di Fontana e di Mascetti) infine assegnata in Lombardia dalla Cassazione lo scorso giugno.

Il ministro Giorgetti (al tempo sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Lega-M5s) era stato dipinto nel servizio dal titolo Mogli, camici e cavalli dei paesi tuoi come un politico spregiudicato, «avvezzo a favorire indebitamente i propri amici e colleghi di partito», tra cui l'avvocato varesino Mascetti, a sua volta tirato in ballo nella puntata Vassalli, valvassori e valvassini per il suo presunto ruolo in due vicende molto complesse e difeso da Monica Alberti, che tutela anche l'immagine della signora Giorgetti e di una cognata, indebitamente chiamata in causa nei presunti magheggi del marito legati alla gestione del pony club Le Bettole di Varese, a causa di alcuni spazi ottenuti in comodato d'uso gratuito all'ippodromo.

Mascetti, parte civile nel processo Giorgetti, invece era stato a suo dire ingiustamente accostato a due vicende giudiziarie in cui non è mai stato coinvolto. Una è il processo Mensa dei Poveri, l'altro l'affare Metropol, ovvero il presunto accordo tra la Lega e i russi per finanziare il Carroccio. Una montatura, su cui mesi fa con un'archiviazione un gip di Milano ha messo la parola fine.

Sempre a Varese, e sempre davanti a un giudice monocratico, si è incardinato nei giorni scorsi il terzo filone. A sentirsi diffamata dalla stessa trasmissione è Maria Cristina Fontana, difesa da Fabio Schembri, che secondo la ricostruzione di Report sarebbe stata indebitamente favorita dal papà nei suoi incarichi professionali da parte di Asst Nord Milano. Una sorta di conflitto d'interessi per la professionista che, in realtà, lavorava per una società assicurativa alla quale l'Azienda Socio Sanitaria Territoriale si appoggia. Ranucci e Mottola hanno travalicato o no i limiti deontologici della professione giornalistica? A deciderlo saranno due distinti dibattimenti che inizieranno nei prossimi mesi, a novembre 2024 e a febbraio del 2025.

Report evidemente non molla né ad oggi è prevista alcuna forma di transazione per chiuderla qui. Ranucci millanta una miriade di clean sheets tra archiviazioni e assoluzioni. Ma il cavallo vincente, come dicono anche a Varese, si vede a fine corsa.

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