Medici mandati al massacro. Molti (e ripetuti) errori. Ritardi nelle chiusure che hanno amplificato i contagi (e quindi i morti). Misure restrittive applicate altrove eppure ignorate dal premier Giuseppe Conte. Errori decisivi sul tracciamento, tranne che in Veneto. Iniziative politiche che hanno sminuito la gravità della pandemia, «monitorata ma non impedita». È questa la sintesi di uno spietato report di 11 pagine scritto in russo e inglese dai due scienziati a capo della task force arrivata da Mosca insieme a 104 militari che hanno lavorato a Bergamo dal 22 marzo al 9 aprile 2020, fianco a fianco con i nostri medici, come ha scritto ieri il Giornale, in un'operazione di intelligence che avrebbe consentito alla Russia di realizzare di corsa il vaccino Sputnik-V, peraltro ancora in corso di valutazione da parte dell'Ema, dando al presidente russo Vladimir Putin un grosso margine di conoscenza sulla pandemia. Un favore su cui potrebbe indagare anche il Copasir, visto che sulla natura dell'intesa ci sono molti dubbi.
Ma nonostante lo spirito amichevole della collaborazione, dai medici russi indipendenti arriva un capo di accusa senza sconti che potrebbe anche finire dentro il fascicolo per epidemia colposa aperto a Bergamo dalla Procura dopo la denuncia del team di legali guidati da Consuelo Locati, in difesa della memoria delle oltre 500 vittime di Covid nella Bergamasca, e aggravare la già fragile posizione dell'esecutivo, del ministro Roberto Speranza e dei vertici del ministero della Sanità per il mancato piano pandemico, e dei politici locali e nazionali che si sono apertamente spesi per rimandare le misure restrittive.
Altro che Dalla Russia con amore, il titolo del report di Natalia Yu. Pshenichnaya e Aleksandr V. Semenov pubblicato su iimun.ru dovrebbe essere Dalla Russia con disprezzo. In realtà si intitola Il Covid in Italia, una lezione da imparare. Pshenichnaya e Semenov fanno a pezzi la gestione della pandemia messa in piedi dal governo Pd-M5s: «Nonostante informazioni ampiamente tempestive di una imminente pandemia - si legge nell'abstract - il sistema sanitario non era preparato al drammatico aumento di pazienti con malattie respiratorie nella prima ondata - nonostante il proclama siamo pronti del premier alle Camere del 31 gennaio 2020 - le misure di contenimento dell'infezione non erano pienamente implementate e hanno anche portato a un contagio del personale medico e infermieristico». E ancora: «La parte fragile della popolazione non è stata assistita in tempo a causa della mancanza di posti letto e di personale ben addestrato», anzi l'aver affiancato ai medici in ospedale quelli in pensione «con precedenti morbilità ha messo a rischio le loro vite». Non basta: «Nella seconda ondata ci sono stati ritardi e sottovalutazioni, che hanno innescato una curva dei contagi crescente» per colpa di «misure restrittive decise in ritardo».
Nel report si punta il dito soprattutto su politici e sindaci di primo piano che hanno «promosso incontri pubblici e strette di mano per enfatizzare che l'economia non
doveva fermarsi per colpa del virus. Un comportamento altamente rischioso dai tristi esiti», scrivono i due medici. Un epitaffio in cirillico per Conte, Speranza e governo giallorosso.Vatti a fidare degli ex comunisti...
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