Resa dei conti in direzione Pd. Orfini: "Ma Martina non si discute"

Martina finisce nel mirino, Orfini frena: "Non è in discussione". Botta e risposta tra i dem e i militanti fuori dal Nazareno

Resa dei conti in direzione Pd. Orfini: "Ma Martina non si discute"

Dopo il no senza riserve da parte dei renziani a un accordo con il Movimento 5 Stelle, il Partito democratico va alla resa dei conti in direzione nazionale.

Fuori dal Nazareno è ressa di giornalisti. Ma anche di militanti dem arrivati per far sentire la propria voce ai membri della direzione. Pure la base e i contestatori sono però divisi: una parte di loro si oppone, con tanto di adesivi, all'ipotesi di un accordo con M5s, mentre dall'altra ci sono altrettanti militanti che, con un cartello in mano, criticano energicamente l'ipotesi di un accordo con Berlusconi.

Tra i più bersagliati, l'esponente della sinistra interna Gianni Cuperlo, protagonista di un incandescente botta e risposta con un contestatore (guarda il video). "Di Maio vi ha tradito, che ne faccio di questa tessera? Quanto mi sono pentito di averti votato alle primarie", ha detto l'uomo, "Devi rispettare la maggioranza e il segretario, non l'hai mai rispettato. Questo non è più il tuo partito". "Decidi tu qual è il mio partito?", replica il dirigente dem, "Tu non hai nulla a che fare con la sinistra. Impara l'educazione".

Mentre da Fassino (che poi ritratta) a Damiano, torna lo spettro della scissione, sotto accusa sembra finire il segretario reggente Maurizio Martina, la cui relazione con cui chiederà la fiducia del partito fino al congresso potrebbe essere messa ai voti. O almeno è questo che sostiene la minoranza dem, che vorrebbe così far chiarezza dopo "l'ingerenza" di Matteo Renzi, tornato in tv per frenare qualsiasi tipo di intesa coi 5 Stelle.

Un'ipotesi inizialmente smentita dal presidente Pd, Matteo Orfini, secondo cui "Martina non è in discussione" e "gode della fiducia di tutto il partito". Salvo poi ammettere: "Siamo orientati a chiudere questa direzione con un voto". Il tentativo è quello di stilare un documento di sintesi che eviti una scissione.

"Credo che le distanze non siano così incolmabili", aggiunge Carlo Calenda, "Nessuno mette in discussione il lavoro e il ruolo di Martina. Pochissimi per fortuna vogliono sostegno Pd a governo Di Maio.

Difficile sostenere che Renzi non abbia diritto a dire la sua. Sdrammatizzare".

Per AreaDem, corrente che fa capo a Dario Franceschini, però "un voto che riaffermi la fiducia al segretario reggente Maurizio Martina è irrinunciabile".

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