Una rettrice per l'Emilia-Romagna. Il centrodestra sceglie la Ugolini

Fdi, Lega e Fi convergono sull'ex sottosegretaria del governo Monti. Pd: "Non la sottovalutiamo"

Una rettrice per l'Emilia-Romagna. Il centrodestra sceglie la Ugolini
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Da ieri è ufficiale: Elena Ugolini, scesa in campo per prima, con un «progetto civico», nella gara per la successione al governatore Stefano Bonaccini, sarà la candidata del centrodestra alle prossime elezioni regionali in Emilia Romagna. L'investitura dei partiti di maggioranza è arrivata ieri mattina, dopo un incontro con Ugolini, ma era nell'aria già da tempo. Lei, che ha un nutrito curriculum nel campo della scuola, è stata sottosegretario al ministero dell'Istruzione nel governo Monti e presiede l'Istituto Malpighi (7 licei che fanno capo alla Curia di Bologna), aveva chiesto e ottenuto di rallentare l'endorsement formale. Per stabilire prima il proprio «profilo indipendente» ma ben radicato in regione, e per aprire i «cantieri del programma» in cui vuol coinvolgere «le migliori energie della società civile»: professionisti, imprenditori, accademici disponibili a partecipare all'organizzazione di «un progetto di cambiamento» rispetto al «pensiero dominante» da decenni in Emilia. Si era detta disponibile a dialogare con tutte le forze politiche interessate al suo progetto, sinistra inclusa, ma con un caveat: «Serve un cambio di paradigma rispetto agli ultimi 50 anni di potere, in una regione in cui senza il timbro del 'Partito' non riesci a far nulla».

Il centrodestra, dal canto suo, era a corto di proposte alternative. La Lega, dopo due sconfitte pesanti dei suoi aspiranti governatori (Alan Fabbri nel 2014, Lucia Borgonzoni nel 2020) non poteva pretendere di scegliere il nome anche stavolta. Il pallino era in mano a Fdi, ma il luogotenente di Giorgia Meloni in regione, Galezzo Bignami, si era sfilato. Si era parlato perfino del ministro Piantedosi, come possibile nome forte per provare ad espugnare la regione rossa per eccellenza. Poi i risultati delle Europee, con il grande exploit di preferenze per il governatore uscente e la conferma della forza della macchina locale Pd, aveva raffreddato le speranze. Tanto più dopo la scelta dem di candidare il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, riformista alla testa di una coalizione molto larga, e figura popolare per il lavoro svolto durante l'alluvione. Ecco quindi che l'ipotesi Ugolini, una «civica» con esperienza di governo, cattolica vicina a Cl e molto legata al cardinal Zuppi, capace quindi di portare in dote un pezzo importante di voto cattolico, è apparsa come la soluzione per uscire dall'impasse. Bignami ha proposto il nome e ottenuto l'appoggio della premier. Al centrodestra, spiega Ugolini, «ho chiesto la garanzia di massima libertà su progetto e campagna».

Dal Pd sono andati al contrattacco: «Presto si vedrà che è una sedicente civica, sostenuta da FdI e Lega», ha accusato pochi giorni fa Bonaccini. Ma la sua ex vice Elisabetta Gualmini, europarlamentare Pd, avverte: «La conosco: è una persona competente e moderata. La sua è una candidatura che tenderei a non sottovalutare».

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