Ricordi, fiori, camicie nere e (pochissimi) saluti romani. Appena una ventina hanno alzato il braccio destro al cielo. Questa mattina si è svolta la consueta commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale al Campo X del cimitero Maggiore di Milano. Ma il "clima" era ben diverso da quello dello scorso 29 aprile quando circa mille camerati si erano ritrovati al Campo X. I saluti romani avevano suscitato pesanti polemiche e l'intervento della Procura che aveva chiesto l'archiviazione di alcuni militanti dal momento che non c'era alcun reato.
"Il saluto romano lo facciamo nel nostro cuore". È stato chiesto al termine della cerimonia, in osservanza della direttiva del questore e del prefetto. Soltanto una ventina di mani si sono alzate a fare il saluto fascista dopo il minuto di silenzio per i morti della Repubblica Sociale. "Chiediamo che a questi morti sia data la dignità di combattenti". E un coro di applausi si è alzato per i 900 militari fascisti caduti dopo il 25 aprile. "Noi - ha detto la vedova di un bersagliere sepolto al Campo - siamo qui a proseguire i loro ideali".
Subito dopo il ricordo ai caduti, sono stati ricordati alcuni nomi fra cui quello di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ammazzato dagli extraparlamentari rossi.
"Non è un'operazione nostalgica ma una commemorazione per dei morti che non sono stati ricordati perchè l'Italia non fa i conti con il proprio passato", ha dichiarato, soddisfatto per la partecipazione, Marco Garibaldi, a capo di Memento Milano. "Il saluto romano è espressione di un mondo che non esiste più - ha poi aggiunto - anche se non tutte le persone si possono controllare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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