Una regione abituata da sempre a convivere con il terremoto. Il cuore verde d'Italia, l'Umbria, è sempre presa di più ad esempio come modello proprio in questi giorni, per la capacità ed il rigore con cui ha saputo rialzare la testa e ricostruire in fretta e bene territori spazzati via in pochi secondi. Cosi è accaduto dopo il 1997 quando la regione ed in particolare Foligno, Colfiorito, Assisi e più giù verso sud in Valnerina, Sellano, Preci, furono colpite da un sisma con punte fino a 6,1.
La rete di solidarietà, il coordinamento della Protezione Civile per la gestione dell'emergenza e successivamente una rapida e seria ricostruzione ha consentito alle popolazioni colpite di riappropriarsi dei loro territorio e di convivere con il terremoto con maggiore consapevolezza. A distanza di anni a Norcia, Castelluccio, Cascia e nei territori di confine racchiusi nel raggio dell'epicentro del terremoto che ha colpito Marche e Lazio, si contano meno danni e fortunatamente nessuna vittima o feriti gravi. «L'emergenza ha spiegato la presidente della regione, Catiuscia Marini - si concentra soprattutto in alcuni comuni della Valnerina dove si sono registrate lesioni agli edifici ed una parte della popolazione ha abbandonato le abitazioni anche perché ha paura di dormire nelle proprie case. Si tratta di lesioni che sembrano non riguardare parti strutturali degli edifici grazie alla qualità degli interventi di consolidamento e ricostruzione realizzati a seguito dei precedenti terremoti e che ci hanno permesso di salvare delle vite.
D'intesa con il Dipartimento di protezione civile nazionale - ha aggiunto- proseguiremo a gestire l'emergenza in maniera autonoma ed autosufficiente perché abbiamo competenze ormai strutturate per rispondere ai bisogni dei cittadini».
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