Riforme, Renzi tira dritto: "Non è un mio capriccio"

Il M5S prepara l'Aventino. E tra Vendola e il Pd scoppia lo scontro. Lite sul "canguro": seduta sospesa. Ma Renzi: "Noi andiamo avanti nonostante urla e insulti"

Riforme, Renzi tira dritto: "Non è un mio capriccio"

"In queste ore i senatori che sostengono la riforma e che stanno subendo l’ostruzionismo di una piccola parte dei loro colleghi stanno dimostrando il senso delle istituzioni più straordinario che si possa chiedere". Matteo Renzi tira dritto. Dopo la bagarre di ieri al Senato, dove sono stati votati appena cinque emendamenti in un clima infuocato, il premier rilancia l'azione della maggioranza, ben determinato ad andare avanti senza paura: "Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore".

L'opposizione non intende mollare di un solo millimetro. I grillini e il Sel le stanno provando tutte pur di esasperare il confronto sul ddl Boschi. Ed è scontro aperto tra Pd e Sel, dopo che il partito di Nichi Vendola ha rifiutato ieri di ritirare parte dei quasi 6mila emendamenti al testo sulle riforme. "La rottura del Pd porterà delle conseguenze - ha detto il governatore pugliese - vogliamo capire esattamente se il Pd ha scelto un'alleanza strategica e di lungo periodo con la destra". In una intervista a Repubblica, Vendola ha accusato Renzi di non cercare la mediazione, ma di puntare alla resa delle opposzioni. Nel muro contro muro si rafforza, dunque, il patto del Nazareno. Renzi è, infatti, ben determinato a tirare dritto trattando con Silvio Berlusconi. "Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario - ha spiegato il premier - ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude, dalla stagnazione che prima di essere economica rischia di essere concettuale. Io non lo lascio il futuro ai rassegnati. Questa è la volta buona, costi quel che costi".

Come annunciato dal sottosegretario Luca Lotti, tuttavia, i lavori potrebbero proseguire anche oltre l'8 agosto. La linea belligerante dei grillini e del Sel non può che riflettersi negativamente sul dibattito in Aula. Il Movimento 5 Stelle si prepara, infatti, a mettere in scena un nuovo "Aventino" per protestare contro la riforma del Senato che viene definita senza mezzi termini "un colpo di Stato". La risoluzione estrema, avanzata lunedì da Beppe Grillo, è stata infatti approvata dai militanti con un vero e proprio plebiscito: sui 21.569 i votanti ben 17.770 si sono dichiarati favorevoli. Appena 3.799 i contrari. Intanto, a Palazzo Madama, i parlamentari stellati combattono per arginare il "canguro", che consente di saltare in un colpo solo tutti gli emendamenti simili ad un altro che viene bocciato dall'Aula. La prassi ha scatenato l’ira dei gruppi di opposizione che contestano l’applicazione drastica di questo metodo su una materia importante come quella costituzionale.

Le pressioni dell'opposizione erano talmente forti che al presidente Pietro Grasso non è rimasto che sospendere i lavori per riunire la Giunta per il regolamento che, con dieci voti a favore e quattro contrari, ha legittimato l'utilizzo del "canguro".

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