Figliuol prodigo, pensaci tu con i vaccini, e ridacci quella speranza che Speranza si ostina a negarci. Il titolare della Salute, insieme al altri amanti delle norme restrittive in barba a ogni evidenza, sulle persone da sedere al tavolo dei ristoranti ha fatto buon viso a cattivo gioco ma è stato sconfitto. Sul piano culturale più che su quello politico, anche se le critiche alla norma del quattro sono piovute da ogni parte, dall'astro nascente Meloni, al sole immobile di Palazzo Chigi Super Mario, addirittura in casa, dalla stella cometa del buonsenso, il suo vice Sileri. Nel momento in cui Mattarella parla della rinascita del Paese, in cui gli italiani tornano in massa ai comportamenti della normalità democratica sospesa, non si può avere ancora la voglia di litigare per l'ottica cosiddetta chiusurista. È un limite di visione, non soltanto ideologico appunto, ma complessivo dei valori della società, della percezione dell'Altro e degli altri, dei bisogni economici ma anche relazionali della gente. Nessun liberi tutti, chiariamo, ma regole date per motivi oggettivi. In termini scientifici, ogni numero sarebbe stato arbitrario, quindi un abuso del principio di scelta. Per questo ho provocatoriamente proposto in tv il numero non-sense di radice quadrata di tre moltiplicata per due meno 0,5. Per dire che con il piano vaccinale che avanza anche fra i giovani, i morti che finalmente diminuiscono come i contagi, gli ospedali che respirano, è giusto lasciare libertà all'aria aperta, come è giusto porre momentaneamente un limite (ma a sei non a quattro) al chiuso dove il virus è più pericoloso. Stiamo parlando di un'Italia che, grazie ai parametri sopra citati, sta diventando un'unica zona bianca. Certo mancano ancora 28 milioni di dosi da iniettare prima di aver raggiunto tutti, ma il mood è quello positivo finalmente. La fiducia, pur coscienti dei tanti problemi, prende per un attimo il posto della visione distopica, del futuro annientato dal virus. Non aiuta neanche volgere sempre la testa indietro, nella piccola e nella grande Storia, pensare che il passato era comunque migliore. Penso alla nostalgia canaglia che attanaglia i sostenitori di Conte, fino addirittura a rimpiangere Arcuri e a criticare il Figliuol prodigo dei nostri giorni.
Bisogna invece riconoscere al generale parecchi meriti, in primis aver obbligato tutti a seguire il criterio etico dell'età nel momento di massima confusione metodologica. E adesso tocca al coprifuoco, parola indegna di una democrazia se non in un'emergenza di breve tempo. La nostra è durata fin troppo, con buona pace di Speranza.
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