L'opinione prevalente sulla crisi siriana e sull'intervento di Usa, Regno Unito e Francia è, a mio parere, lungi dall'essere convincente. Vengono enfatizzati i crimini del governo di Assad, con orripilanti fotografie che illustrano i devastanti effetti delle armi chimiche, vietate da accordi internazionali. Si perviene, quindi, alla conclusione che porre termine a questi crimini è giusto e urgente. Lungi da me la tentazione di negare il giudizio morale negativo su questi episodi, o la veridicità dell'evidenza esibita. Tuttavia, in questo ragionamento manca qualcosa che merita di essere ricordata.
Assad è certamente un leader autoritario e il suo regime non democratico. Tuttavia, ammesso che lo si rimuova, chi lo sostituirà? Siamo certi che, rimosso il dittatore, la Siria diverrà una libera democrazia? Gli avversari del dittatore siriano non sono liberali assetati di democrazia, ma per lo più islamisti intolleranti. Dopo Assad, democrazia, diritti e libertà con ogni probabilità diminuirebbero in Siria, non aumenterebbero.
La famiglia Assad appartiene all'orientamento alauita dell'Islam tollerante. Da ministro degli esteri io incontrai nel 1994, nel corso di una visita a molti dei Paesi mediorientali, il padre dell'attuale leader siriano. Avemmo un colloquio che durò quasi due ore e, anche se non ne uscii convinto che fosse un vero democratico, ne ricavai però l'impressione che fosse persona ragionevole e niente affatto fanatico. Nella Siria degli Assad le donne hanno gli stessi diritti degli uomini allo studio, sanità e istruzione e non sono obbligate a indossare il burka. La Sharia è incostituzionale e i movimenti estremisti islamici non sono tollerati dalla Costituzione. Il 10% circa della popolazione è costituito da cristiani, che sono presenti in molti settori della vita economica e sociale del Paese.
Il giovane Assad ha una formazione occidentale e il suo Paese è certamente uno dei più tolleranti Paesi arabi nei confronti delle minoranze. Prima dell'attuale crisi, la Siria era un Paese pacifico, relativamente prospero e aperto anche a culture non islamiche.
Quanto ai missili recentemente lanciati da Usa, Regno Unito e Francia, hanno avuto un risultato assai poco lusinghiero: 71 su 103 (69%) sono stati intercettati. I danni si limitano a pochi feriti, ma includono anche un elemento di scontro con la federazione russa di cui non si avvertiva il bisogno. Non so quale sia la condotta ideale, ma sono convinto che stiamo commettendo un grave errore.
Se l'alternativa ad Assad fosse una democrazia liberale, dovremmo fare di più per sostituirlo.
Quell'alternativa non esiste e non credo proprio che i suoi avversari, una volta al potere, ci darebbero una Siria democratica, libera e tollerante. Per queste ragioni non riesco ad accettare la versione prevalente della crisi.*ex ministro degli Esteri
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