Rischio lupi solitari e terroristi infiltrati. La grande paura per la data-simbolo dell'11 settembre

Gli scenari degli 007 americani. E torna alla ribarta pure Al Qaida. Negli Usa l'Isis ha già compiuto 4 attacchi il più grave nel 2016.

Rischio lupi solitari e terroristi infiltrati. La grande paura per la data-simbolo dell'11 settembre

Dall'aeroporto di Kabul la grande paura è volata in America. E i primi ad averla intercettata sono i responsabili dell'anti terrorismo all'Fbi e al Dipartimento di Sicurezza Nazionale. Per tutti la grande paura è datata 11 settembre. Per qualsiasi gruppo terroristico jihadista basato in Afghanistan, o altrove, colpire gli Usa a venti anni esatti dell'attacco delle Torri Gemelle significherebbe infliggere a Washington un'umiliazione superiore a quella subita dopo la caduta di Kabul in mano talebana.

E proprio l'inattesa vittoria dei nipotini del Mullah Omar favorisce i disegni dei terroristi. I tredici giorni da qui all'anniversario non consentono ovviamente quei piani meticolosi e sofisticati che costituivano, un tempo, la firma di Al Qaida. Un'azione pianificata in meno di due settimane può venir affidata soltanto ad un «lupo solitario», un singolo individuo fuori dal radar dell'anti terrorismo ma attivabile attraverso sollecitazioni ricevute dalla «rete» o dai social. L'organizzazione più strutturata per questo tipo di approccio era, un tempo, proprio quello Stato Islamico che ha firmato l'attentato all'aeroporto di Kabul. Oltre alle decine di stragi messe a segno dai suoi «lupi solitari» in Europa l'Isis ha firmato almeno quattro attacchi negli Usa tra i quali la carneficina, costata 49 vite, messa a segno in un locale gay di Orlando nel giugno 2016. A quel tempo l'Isis poteva contare sulla regia di un Califfato esteso da Mosul in Iraq a Raqqa in Siria. Stando al rapporto diffuso lo scorso giugno dal «Monitoring Team» dell'Onu sulla base delle segnalazioni delle principali agenzie d'intelligence internazionali, la sua rete afghana conta oggi su circa duemila militanti concentrati nelle province del Kunar e del Nangarhar. L'organizzazione è però in rapida crescita. A rafforzarla, dopo i rovesci subiti tra il 2018 e il 2020 sia per mano dei rivali talebani sia del deposto governo, contribuiscono le adesioni di molti ex-talebani delusi dalle intese di Doha e dal dialogo con gli americani. E a regalarle nuova linfa vitale ha contribuito la nomina ad emiro, nel 2020, di Shahab al-Muhajir mente dei numerosi attacchi firmati Isis messi a segno dentro Kabul e probabile artefice anche della recente strage all'aeroporto. Quel che più preoccupa i responsabili dell'antiterrorismo Usa in vista dell'11 settembre è la possibile infiltrazione di militanti o simpatizzanti dell'Isis tra le decine di migliaia di ex-collaboratori appena evacuati da Kabul e attesi negli Stati Uniti. Proprio tra loro potrebbero celarsi i «lupi solitari» scelti da al-Muhajir per tornare a colpire l'America nell'anniversario dell'11 settembre o nelle settimane successive. Proprio per questo gli afghani vengono evacuati in basi militari al di fuori dei confini statunitensi e sottoposti a stringenti accertamenti di sicurezza che possono prolungarsi anche per settimane.

Se l'Isis rappresenta, al momento, la minaccia più pressante quella di Al Qaida non è certo da sottovalutare, soprattutto nel lungo periodo. Stando al già citato rapporto Onu Al Qaida è presente in «almeno 15 province afghane» conta fino a 500 effettivi e resta «strettamente allineata» con i talebani «senza evidenti rotture dei legami» nonostante abbia «minimizzato le comunicazioni» con i loro vertici per «non compromettere la posizione diplomatica dei talebani a fronte degli accordi di Doha».

Ma quel che più preoccupa in questo persistente allineamento sono i rapporti organici con il gruppo Haqqani, la rete terroristica a struttura clanica presente con Sirajuddin Haqqani ai vertici del movimento talebano e responsabile dei più sofisticati attentati subiti in Afghanistan dagli americani. Dunque proprio il ritorno al potere talebani può garantire nei prossimi messi quella protezione e quella tranquillità indispensabili ad Al Qaida per tornare a colpire al cuore il nemico americano.

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