
Ai tempi del fascismo e dei telefoni bianchi si trasmettevano canzoncine orecchiabili. Oltre a «Pippo, Pippo non lo sa che quando passa ride tutta la città» di pronto impiego ancor oggi, c'era quella di Rodolfo De Angelis nel 1933 intervallata da molti perepè-perepè che si chiamava «Ma cos'è questa crisi».
La strofetta sosteneva che la crisi fosse colpa dei fannulloni: si torni a lavorare e basta con la lagna, questa la ricetta. Ah, e: perepè-perepè. Oggi la crisi c'è ma Pippo ancora non lo sa e neanche i suoi amici lo sanno perché oziano chiedendosi Maramao perché sei morto? l'insalata era nell'orto. Per forza che era morto: un gatto che mangia solo insalata, crepa. Caso chiuso. Erano scenari lunari, ma rassicuranti in cui Pippo vagava sempre come un cretino e Maramao era in overdose di lattuga. E oggi? Uguale. Quanto alla crisi, la risposta è: stiamo cercando la quadra fra Maramao, Pippo e perepè-perepè.
Così, mentre precipitiamo in una recessione che richiederebbe un governo con le contropalle, Pippo seguita a rispondere perepè-perepè e tutti gli altri piegano origami per fare governini usando un Parlamento al quale gli elettori - in preda a un attacco umoristico - non hanno voluto dare capo né coda.
La crisi divora ormai Cina, Germania e Usa, ma da noi se accendete lo schermo, sentirete ripetere solo perepè-perepè da cui arguirete che Pippo ancora non lo sa e che seguita a indagare sul caso Maramao in cui si sospetta ormai un avvelenamento da funghi radioattivi.
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