Rissa, 11 deputati sospesi. Caos opposizioni nelle aule

Sanzioni per la gazzarra alla Camera. Nuovo litigio Donno-Iezzi. Scontri anche a Palazzo Madama fra tricolori e inno di Mameli

Rissa, 11 deputati sospesi. Caos opposizioni nelle aule
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Il clima post-elettorale è ancora incandescente, tra delusioni da smaltire, ferite da sanare e malcelato desiderio di rivalsa. E così il giorno dopo la grande bagarre alla Camera, sedata a fatica dai commessi di Montecitorio, arrivano le sanzioni comminate nella serata di ieri dall'Ufficio di Presidenza.

In punizione finiscono undici deputati. «Quanto accaduto deve essere gravemente stigmatizzato dalla presidenza. Il confronto non può mai trascendere nello scontro fisico, nell'offesa e nella violenza e quindi nella lesione del decoro dell'istituzione» dice il presidente della Camera Lorenzo Fontana, dopo sei ore di riunione. Alla fine vengono comminati 15 giorni di sospensione per Igor Iezzi; 7 giorni per Enzo Amich, Gerolamo Cangiano, Domenico Furgiuele, Federico Mollicone e Nico Stumpo; 4 giorni di sospensione per Enzo Donno; 3 per Enzo Amendola e Stefano Candiani; 2 per Arturo Scotto e Claudio Stefanazzi. Il M5s non ci sta, vista la punizione a Donno: «Sanzioni vergognose - dice il capogruppo Silvestri - Come si fa a equiparare lo spostare una sedia o dare un cazzotto?». Attacca anche Elly Schlein: «Gravissimo che le sanzioni fatte oggi abbiano messo sullo stesso piano aggrediti e aggressori».Il grande duello sul premierato però è tutt'altro che chiuso. Alla Camera va in scena il secondo tempo di un confronto non proprio oxfordiano tra maggioranza e opposizioni. L'aula questa volta non è più teatro di scontri fisici, ma si trasforma in una sorta di arena in cui si comunica a colpi di urla, cori e provocazioni. Le opposizioni, attraverso una maratona oratoria, puntano a ottenere la modifica (da disordini a aggressioni) del processo verbale relativo alla seduta di mercoledì. Un modo per mettere agli atti che la responsabilità è stata solo di una parte. La sortita viene respinta dalla maggioranza con 42 voti di differenza.

Per tutta la seduta i deputati delle opposizioni mantengono alta la tensione. Condannano «l'aggressione squadrista», richiamando il gesto della Decima Mas fatto in Aula da un deputato leghista. Il dado è tratto: scoppia la bagarre e le opposizioni intonano nuovamente le strofe di Bella ciao ma anche cori come «Fuori i fascisti dal Parlamento». Inevitabile a quel punto la sospensione dei lavori. Se alla Camera la temperatura è torrida, non si scherza neppure al Senato. A Palazzo Madama, durante le votazioni sul premierato le opposizioni mostrano bandiere tricolori. Per tutta risposta la maggioranza intona l'inno di Mameli. Anche la ministra per le Riforme, Elisabetta Alberti Casellati, tira fuori un piccolo tricolore mentre senatori delle opposizioni occupano i banchi del governo. La presidente di turno, Licia Ronzulli, sospende l'Aula. I lavori comunque riprendono e proseguono serrati con il presidente dei senatori di FdI Lucio Malan che fa sapere che «abbiamo fatto cadere nel nulla le provocazioni perché l'obiettivo è mantenere l'impegno preso con gli elettori». La trasmissione di La7 L'aria che tira, prova a far riappacificare il grillino Leonardo Donno e il leghista Igor Iezzi, ma senza successo. «Se ha un minimo di onestà ammetterà che io non l'ho colpito.

Lui chiede scusa per aver aggredito Calderoli?», dice Iezzi. La risposta di Donno: «Chiedo scusa ai cittadini italiani perché c'è gente del genere che li rappresenta. Iezzi è un soggetto pericoloso». Controreplica: «L'unico pericoloso sei tu, che aggredisci e minacci».

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