Il governo lavora al nuovo decreto con le misure anti-covid che dovrebbe prorogare le restrizioni in scadenza il prossimo 6 aprile. L'esecutivo Draghi, dopo la cabina di regia con i tecnici del Comitato tecnico scientifico e i capidelegazione che si è tenuta venerdì pomeriggio, gioca d'anticipo: a metà settimana, tra martedì e mercoledì, il nuovo decreto sarà licenziato dal Consiglio dei ministri.
Due le direttrici: la riapertura delle scuole, dopo Pasqua, anche nelle Regioni in fascia rossa, e il check a metà aprile per varare, se i dati sul contagio lo consentiranno, una rimodulazione delle misure. Altra novità, che dovrebbe entrare nel prossimo decreto, la proposta caldeggiata da Forza Italia che prevede una differenziazione dei ristori sulla base dei settori più colpiti dalle chiusure. Saranno questi i tre pilastri del prossimo decreto.
L'orientamento del governo, comunicato dal premier nel corso della conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo Chigi, è di prolungare le restrizioni fino alla prima settimana di maggio. Quindi il prossimo decreto dovrebbe restare in vigore fino al 3 maggio. Si attendono i primi dati, si spera incoraggianti dalla campagna vaccinale, per alleggerire le misure. Maggio dovrebbe essere il mese della svolta.
Resta confermato lo schema, per tutto il mese di aprile, dell'Italia senza zone gialle: stop a bar e ristoranti. Solo asporto e consegna a domicilio. Via libera alla stretta nel fine settimana prossimo, dal 3 al 5 aprile, per le festività di Pasqua. Le visite non sono consentite. Da sabato 3 aprile a lunedì 5 aprile, quando l'Italia sarà tutta in rosso, sarà permesso dalle 5 del mattino alle 22 raggiungere nell'ambito della propria Regione, una sola abitazione di parenti o amici, una sola volta al giorno, massimo in due e accompagnati dai minori di 14 anni. Si possono sempre però raggiungere, da soli, persone sole o non autosufficienti che hanno bisogno di assistenza.
Con il prossimo decreto, ma è solo una misura allo studio al momento, potrebbe essere allentato il divieto di spostamento tra le Regioni. Ma non c'è certezza sulla modifica. L'unica concessione arriva sulla riapertura delle scuole: asili nidi, elementari e prima media ripartono anche nelle regioni in fascia rossa.
La novità è l'annuncio di Draghi del check a metà mese: qualora i dati dovessero migliorare, il presidente del Consiglio si è detto favorevole a rivedere le misure. Occhio, dunque, alla curva epidemiologica. Da oggi scattano i cambiamenti di colori per le Regioni: Alle otto Regioni e una Provincia autonoma (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e alla Provincia Autonoma di Trento) che si trovavano già in rosso, e per le quali si prospettano altre due settimane nelle stesse condizioni, si uniranno anche Valle d'Aosta, Calabria e Toscana. L'unica Regione che vedrà un miglioramento è il Lazio, col passaggio dal rosso all'arancione domani, perché il 30 marzo scade il precedente decreto che era stato emanato il 15 marzo. Dovrebbe essere l'ultimo sforzo.
Il viceministro
della Salute Pierpaolo Sileri, intervistato dal Corriere della Sera, promette: «Se il diavolo e le varianti non ci mettono le corna, da maggio tutta l'Italia sarà in giallo e qualche Regione anche in bianco». Un auspicio.
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