Anche questo è un po' un fronte. Nulla a che vedere con l'Iraq o l'Afghanistan dove è stato spedito come Windsor «sacrificabile», (quello irrinunciabile era il fratello William), ma l'evento del 6 maggio (l'incoronazione del padre, Re Carlo III d'Inghilterra), per Harry è un po' un fronte personale. Dovrà tornare al cospetto della famiglia reale per la prima volta dall'uscita della sua dinamitaria autobiografia Spare, il minore. Dovrà farlo senza l'autoritaria, condizionante moglie Meghan Markle, pochissimo apprezzata a Londra, e lo farà proprio il giorno del quarto compleanno del suo primogenito Archie che rimarrà in California assieme alla madre e alla sorellina Lilibet Diana. Una scelta complicata dietro l'altra la vita di Harry il sofferente. Ma alla fine ha deciso: torna a Londra, e lo fa da solo.
Erano settimane che si rincorrevano voci sulla presenza o meno dei duchi di Sussex per l'incoronazione e i due hanno risposto all'invito ben oltre il tempo dato dal cerimoniale del Palazzo per confermare la propria presenza. Adesso resta da vedere dove Harry sarà fatto sedere nell'Abbazia di Westminster anche se sembra escluso che sarà assieme al resto dei familiari sul balcone di Buckingham Palace, per il saluto ai britannici, al termine della cerimonia. Come il principe Andrea d'altra parte, «nascosto» come la polvere sotto il tappeto dopo il coinvolgimento nell'orrendo scandalo Jeffrey Epstein.
Ma a proposito di cerimonia, nelle scorse ore trapelavano voci circa i numerosi intoppi che stanno segnando i preparativi: ritardi, liti, confusione sui posti assegnati, caos circa gli abiti... Tutto molto poco regale, specie a tre settimane da un evento «enorme» e ripreso dalle tv di tutto il mondo. Sembra che durante le prove i tempi siano stati ampiamente sforati, Carlo avrebbe voluto una cerimonia di «soli» novanta minuti in segno di rispetto nei confronti della madre, visto che quella dell'incoronazione di Elisabetta II era durata per ben tre ore. Ma sembra che gli organizzatori non siano riusciti a scendere dall'ora e quarantacinque. E anche il percorso ha creato problemi perché Buckingham Palace vorrebbe ridurre il tragitto per contenere i costi e scongiurare le critiche. La risposta tardiva di Harry e Meghan ha, appunto, «tenuto in ostaggio» la sistemazione dei posti nell'Abbazia di Westminster fino all'ultimo, e alla fine, fuori tempo massimo, Harry ha deciso di presentarsi da solo. E poi gli abiti, perfino quelli hanno rappresentato una «grana». Pare che i sarti di corte abbiano «bardato» Carlo eccessivamente, che il suo vestito risulti pesantissimo e che il palazzo abbia dovuto convocare d'urgenza una squadra di operai per costruire una rampa che consenta al re di accedere al trono con meno fatica. Mentre alle reali è stato comunicato il dress code solo questa settimana. Per tacere del tormentone tiara sì - tiara no prima che Camilla faccia il suo ingresso. Insomma fin qui, l'incoronazione del Re d'Inghilterra è la cosa meno british che si possa immaginare. E siccome il paragone è un meccanismo involontario del cervello, a tutti è venuto in mente che quando si è trattato di Elisabetta, nulla è stato gestito in maniera tanto pittoresca. Lei è diventata regina giovanissima, Carlo diventa re quando è ormai già in età, già agée. E di nuovo ci si trova a pensare: forse meglio mai che tardi.
La seconda moglie che ha sostituito l'amatissima Diana, la cerimonia farraginosa, la famiglia divisa, i sudditi poco convinti di un sovrano che è rimasto troppo a lungo all'ombra di una regina ineguagliabile.God Save the King.
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