Nel suo studio ha visto arrivare ragazzini deformati dal botox fai-da-te o con piercing sottocutanei per simulare degli aculei. E sempre più spesso ha richieste di interventi sulle minorenni: «Voglio i foxy eyes», «Voglio amplificare gli zigomi». Come presidente Sicpre (società italiana di chirurgia plastica e ricostruttiva), Stefania De Fazio, lancia l'allarme.
Che senso ha rifarsi a 16 anni?
«I ragazzi sono su un palcoscenico continuo, mostrano tutto ciò che fanno. E vogliono essere perfetti nella realtà come nei selfie modificati».
Ma i genitori sono d'accordo?
«I genitori sono succubi dei figli. E non dicono nulla quando gli adolescenti mi fanno vedere la loro foto filtrata di Instagram e dicono: 'Voglio essere così'».
Estetica senza etica?
«Bisogna sapere che se si interviene su un ragazzino lo si rende in qualche modo dipendente: nel momento in cui il prodotto si riassorbe, è facile che, sentendosi meno bello, finisca in depressione. Per questo consiglio ai colleghi di parlare da soli (senza le mamme) con i ragazzi per capire se lo vogliono davvero, se hanno problemi interiori».
Come contrastare i trattamenti fai-da-te?
«La Fda ha detto la sua. Ma bisogna spiegare ai giovani che se l'acido ialuronico entra in un vaso sanguigno può anche mandare in necrosi i tessuti. Le penne con l'ago possono lasciare cicatrici pesanti».
Come intervenire?
«Oggi per fare i trattamenti estetici basta una laurea in medicina. Non c'è specializzazione, non c'è indirizzo. Forse bisogna cominciare a ragionare su questo».
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