
C'è un ragazzo di ottantanove anni che domani spiegherà il senso della vita e del lavoro ai giovani di Forza Italia. Dan Peterson (foto) è sempre Feee-nooo-meee-nale, l'età è una convenzione che non lo riguarda, il fosforo va a canestro sempre e Antonio Tajani ha deciso di ingaggiarlo come coach per l'evento «Forza Europa Giovani, per la libertà, verso il futuro!». Il programma prevede un «intervento ispirazionale» del giovane dell'Illinois, tradotto anche per lui, sta a significare che le lezioni di una carriera a gestire atleti di ogni dove, in una disciplina di concerto e di individualità assieme come la pallacanestro, saranno i comandamenti per chi si avvicina alla politica militante. Dan Peterson questo ha saputo e voluto fare, al di là dell'argenteria di vittorie tra Bologna e Milano, allenatore di uomini e non soltanto di tattiche, queste sì decisive per fare squadra e raggiungere l'obiettivo. Mille frasi sue sono il Bignami di questa missione vincente «mai sanguinare davanti agli squali» è la chiave per reagire ed agire di fronte agli attacchi, puntuali quando si ottengono risultati osteggiati dall'avversario. E c'è anche un avvertimento che aderisce al clima giustizialista: «Arbitri, fate il vostro lavoro e lasciate fare ai giocatori il loro. Loro giocano, voi fischiate. Non fermate la partita per parlare tra di voi o con il tavolo». Oggi la moda degli influencer ha smarrito il vero senso del capo carismatico, dell'insegnante capace di spiegare e trasmettere, stazioni del pensiero, circolano falsi guru della comunicazione, spacciatori di parole senza sostanza, Dan Peterson non ha mai vissuto di rendita, Silvio Berlusconi di lui coetaneo, ad un certo punto, gli aveva proposto di andare in panchina per il Milan, tanta era forte, immediata la personalità e l'arte di convinzione del mago dell'Olimpia. Il calcio è ignorante e lo avrebbe espulso, respinto come ha avuto la faccia tosta di fare con Julio Velasco che sta alla pallavolo come Dan al basket, comunque entrambi maestri di vita sportiva. Rino Formica, ministro socialista, disse che «la politica è sangue e merda», Dan, ogni tanto, ricordava che Laura, quella santa e dolce moglie sua, lo rimproverava spesso di non mangiare junk food, cibo spazzatura; ci siamo dunque, la traiettoria di insegnamento è questa, fermo restando che almeno una delle due componenti debba resistere: «Quando allenavo, i ragazzi della mia squadra dovevano sempre sputare sangue...». Non sarà, dunque, un mezzogiorno di fuoco, domani a Milano, ma l'ora più fresca e divertente dell'incontro con le new entry di Forza Italia, un avvertimento alla base di sempre di Peterson «non fare una cosa stupida è come fare una cosa intelligente». Elementare, Dan.
È sempre bello fermarsi ed ascoltare le parole di un ragazzo nato il 9 gennaio del Trentasei, lo stesso giorno in cui incominciò la storia dell'Olimpia Milano, lo stesso anno di Silvio Berlusconi, coincidenze, congiunture per scrivere la storia.
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