Il ritorno di Draghi in Senato. Presenta il piano per rilanciare la Ue nel palazzo dove finì il suo governo

L'ex premier toccherà il tema del protezionismo americano e delle mire cinesi sui mercati europei

Il ritorno di Draghi in Senato. Presenta il piano per rilanciare la Ue nel palazzo dove finì il suo governo
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Non dovevano vederci più? E invece rieccolo Super Mario che come tutti i super eroi rientra in scena quando meno te lo aspetti, e chissà poi che succederà. Altro che pensionato. Tirato a lucido, in forma, con in mano un piano per rilanciare l'economia europea, Draghi domani mattina alle 10 apparirà in Parlamento, cioè nel luogo che quasi tre anni fa lo ha espulso come un fastidioso corpo estraneo, e illustrerà quello che si può fare per rianimare l'asfittica competitività. Serviranno, dirà, debito comune e 800 miliardi l'anno. Ma occorre una risposta rapida e «su vasta scala», ha spiegato a Bruxelles. «Non si può dire di no a tutto, fate qualcosa».

L'ex presidente del Consiglio verrà ascoltato dalle commissioni Bilancio, Attività produttive e politiche Ue riunite in seduta comune nella sala Koch di Palazzo Madama: richiamato a gran voce, Draghi torna quindi nel luogo del delitto, in quel Senato dove mercoledì 20 luglio 2022 Forza Italia, Lega e Movimento 5 stelle decisero di non votargli la fiducia. Nel frattempo Super Mario ha continuato a muoversi, ha preso la gestione di diversi dossier europei, ha addirittura incrementato la sua rete di relazioni internazionali. Non solo quelli. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Ogni tanto delle auto blu si fermano sotto casa sua ai Parioli: scendono Matteo Renzi, Elly Schlein, diversi ministri del governo in carica. I rapporti con Giancarlo Giorgetti, che lui volle all'Economia e che Giorgia Meloni ha lasciato al suo posto, restano ottimi. Rispetto reciproco, pur con qualche divergenza, con la premier, che comunque sta mantenendo una certa continuità sulla linea atlantista e di supporto all'Ucraina. Frequentissimi infine e «molto amichevoli» le telefonate e gli incontri al Quirinale: Mattarella vuole sempre informazioni di prima mano sullo stato dell'economia. E questo è proprio l'argomento dell'audizione di domani. L'ex presidente della Bce presenterà il rapporto sulla competitività europea che gli ha commissionato Ursula von der Leyen e risponderà alle domande dei parlamentari italiani. Secondo Draghi, la Ue deve svegliarsi e agire unita, «come se fosse un solo Stato», perché su molti temi, dall'Ucraina al commercio, verrà lasciata sola. E se fino a poco tempo fa «il tema geopolitico principale era l'ascesa della Cina», adesso dovremo fronteggiare il protezionismo statunitense. Washington, dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, ha iniziato a muoversi in autonomia e senza consultarsi con gli alleati. Anzi, è il caso dei dazi, aprendo di fatto una competizione aggressiva, quasi una guerra economica. Di più: le barriere Usa verso Pechino spingeranno la capacità produttiva cinese verso l'Europa, colpendo ulteriormente le nostre aziende.

Quindi c'è una fretta maledetta. «La risposta deve essere rapida - come ha detto al Parlamento Ue - perché il tempo non è dalla nostra parte, con l'economia europea che ristagna mentre in gran parte del mondo cresce». La strada passa per l'abbattimento delle barriere interne e l'armonizzazione delle normative nazionali: già questo «può agire da moltiplicatore».

E sarebbe opportuno ridurre i prezzi dell'energia, anticipando i benefici della transizione ecologica, e sostenere

settori strategici come chimica e siderurgia. Poi, certo, serve una barca di soldi, quindi è necessario pensare a forme di debito comune. Ma dobbiamo farlo, se vogliamo tornare ad essere appetibili ed evitare l'isolamento.

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