«Serve un segnale - dice a Macron - Ricominciamo a vaccinare, subito». Fisso al telefono, Mario Draghi passa la mattinata a martellare Bruxelles e le principali cancellerie spiegando che bisogna accelerare perché il panico monta e la situazione può sfuggire di mano. Serve anche una svolta interna, così rivoluziona il Cts. Via Agostino Miozzo, passato all'Istruzione, il nuovo coordinatore è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, affiancato da Silvio Brusaferro che sarà portavoce unico, per evitare protagonismi ed esternazioni a-gogo. Segretario Sergio Fiorentino. Gli altri componenti: Giuseppe Ippolito, Cinzia Caporale, Giorgio Palù, Giovanni Rezza, Fabio Ciciliano, Sergio Abrignani, Alessia Melegaro, Alberto Gerli, Donato Greco. Il nuovo comitato, dimezzato a dodici membri, avrà un'impronta più legata all'eccellenza medica, con due rappresentati che vengono dallo Spallanzani. Ci saranno, si legge in una nota della Protezione civile, anche due bocconiane «esperte del campo statistico e matematico utili a definire il quadro della situazione epidemiologica». E, per ridurre le polemiche, pure un rappresentante della conferenza Stato-Regioni.
Con Emmanuel Macron, l'intesa è «totale». Prima un lungo «scambio di vedute» sulla decisione di sospendere AstraZeneca, definita «una misura temporanea in attesa dell'analisi supplementare condotta dall'agenzia europea dei medicinali», poi l'impegno comune a cambiare passo per recuperare la fiducia dei cittadini e rilanciare la campagna. «Le dichiarazione di oggi dell'Ema sono incoraggianti - riferiscono da Palazzo Chigi - . In caso di conclusione positiva i due leader sono pronti a far ripartire speditamente la somministrazione». Già domani, 18 marzo, l'agenzia svincolerà i vaccini anglo-svedesi, ma «domani» potrebbe essere tardi: Draghi e Macron chiedono alle Ue di fare qualcosa adesso. E qualche ora dopo il pressing di Parigi e Roma, ecco spuntare il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, che prova a rassicurare: «Quanto avviene non mette in discussione la distribuzione. Il numero di 300 milioni di dosi previsto per il secondo trimestre rimane invariato». E se AstraZeneca non va, sono pronti Pfizer e Johnson&Johnson e, chissà, tra qualche mese pure il russo Sputnik.
Intanto in Italia c'è il problema di riaccendere in fretta la macchina e di spiegare cosa stia succedendo: la gente è disorientata, spaventata. Draghi dovrebbe parlare venerdì sera a Palazzo Chigi, durante la presentazione del decreto Sostegno. Il blocco di AstraZeneca è scattato nel momento di massimo sforzo del governo, subito dopo l'annuncio del generale Figliuolo di voler immunizzare il 75% della popolazione entro l'autunno. Come recuperare il tempo perso? E come convincere i cittadini che vaccinarsi non è più rischioso di prendere una Tachipirina? Dal punto di vista operativo, fatte salve crisi di panico collettivo, il buco di AstraZeneca può essere riassorbito velocemente.
Secondo il generale Figliuolo, la durata della sospensione «è calcolabile in quattro giorni» e l'impatto «è di 200 mila somministrazioni in meno, che potrà essere riassorbito in quattro settimane». Come ha detto Draghi, ricominciamo a vaccinare.
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