Da Rivoluzione sanitaria a Follia creativa. Ecco il circo democratico dei simboli

I contrassegni che troveremo sulla scheda. Le sigle più strambe

Da Rivoluzione sanitaria a Follia creativa. Ecco il circo democratico dei simboli

Altro che bipolarismo, altro che tre poli. A scorrere tra i simboli delle liste depositati nel primo giorno al Viminale in vista delle prossime politiche, sembra che gli elettori italiani avranno solo l'imbarazzo della scelta. Potendosi permettere, nel segreto dell'urna, una scelta imbarazzante. Il tutto, naturalmente, a patto che le curiose liste riescano a superare lo scoglio-firme. Accanto ai simboli più noti presentati ieri, come Lega-Salvini Premier, Azione-Italia Viva-Calenda renew Europe, Cambiamo di Toti, Idea Popolo e Libertà di Quagliariello, Südtiroler Volkspartei, spuntano vecchie conoscenze come il Pci con tanto di falce e martello, uno storico simbolo che il segretario comunista Mauro Alboresi punta a «riportare sulle schede». Poi, tra una Liga Veneta Repubblica e il Partito Sardo d'Azione, un Mastella Noi Di Centro (D e C, va da sé, in evidenza) e il derby Sud Chiama Nord con due liste gemelle, una col nome di Dino Giarrusso e l'altro con Cateno De Luca, tra un partito dei Pensionati e l'Italexit di Paragone, ecco spuntare il decisamente barocco simbolo del Sacro Romano Impero Cattolico, che arriva terzo (come la trinità) dietro Pli e gli italiani all'estero del Maie e batte sul tempo anche i naturali competitor del Partito Gay Lgbt+.

C'è pure il guru Adriano Panzironi, come annunciato un paio di giorni fa, con la sua Rivoluzione sanitaria nel cui simbolo campeggia una bella ghigliottina stile 1789, destinata, spiega lui, a «decapitare l'attuale direzione sanitaria». Non manca, poi, il simbolo dei Gilet arancioni del Generale Pappalardo, pacifista nelle intenzioni di lista ma molto battagliero ieri mattina davanti al Viminale, mentre il partito Naturalismo-Movimento Internazionale punta sulla silhouette di un gatto per abbellire il proprio simbolo. Per la lista Free, invece, nel simbolo c'è la sagoma di un uomo che prende a calci la testa di Pinocchio, e l'interpretazione autentica del presidente dell'associazione Marco Lusetti, già vicesindaco leghista di Guastalla, è che loro vorrebbero difendere la Costituzione «dalle bugie». Sara Cunial, deputata espulsa dal M5s per le sue posizioni antiscientifiche, battezza il simbolo del suo partito, Vita, con una «donna albero» come simbolo e un bel «no» a vaccini, «paura e 5g nel programma. «Meno Europa in Italia e più creatività italiana in Europa» è invece lo slogan del Movimento Poeti d'azione, che sogna di correre per le prossime elezioni con penne e moschetto nel logo. Suona quasi normale, nel quadro generale di questo giorno di colorato circo democratico, il Partito della Follia creativa di Giuseppe Cirillo, che nel simbolo mette una sua caricatura abbracciato a una sirena e che va a depositarlo distribuendo ai passanti preservativi «contro l'altra pandemia, quella dell'Aids». «L'idea della follia creativa è il superamento del limite degli stereotipi e dell'ipocrisia della società.

Chi supera questo limite è positivamente folle, e va controcorrente». E riuscire a raccogliere le firme, è follia anche quella? Per Cirillo no. «Entro la settimana le dovremmo raccogliere tutte - assicura - siamo già oltre l'80 per cento».

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