«Se ci saranno responsabilità, chi ha sbagliato pagherà, compreso il Comune». Il giorno dopo il rogo alla «Casa per Coniugi» di via dei Cinquecento a Milano in cui sono morti sei anziani tra i 69 e gli 84 anni, il sindaco Beppe Sala ieri mattina è tornato sul luogo della tragedia. E ha corretto il tiro. A poche ore dall'incendio scoppiato venerdì notte, con 151 ospiti portati al sicuro quasi uno a uno a braccia da vigili del fuoco e operatori, aveva rimarcato che la Rsa «è una struttura del Comune ma data in gestione ai privati da tanti anni». Una presa di distanza criticata dal centrodestra, che ha già chiesto a Sala di riferire in Consiglio comunale domani sulle anomalie nei sistemi di sicurezza. L'impianto antincendio era fuori uso da oltre un anno, l'immobile è di proprietà comunale. Nonni morti per colpa della burocrazia? Il 29 dicembre scorso la giunta aveva approvato una delibera da un milione di euro per «interventi di manutenzione straordinaria degli impianti tecnologici delle Rsa comunali», la gara d'appalto è rimasta aperta dal 2 al 16 maggio ma le procedure sono ancora in corso. «Il bando era aperto da tempo - conferma Sala - e non è un mistero che i tempi della pubblica amministrazione non sono veloci e che le strutture che meritano interventi di manutenzione straordinaria in Italia sono tantissime». La gara si è chiusa «il 19 giugno, la commissione stava esaminando le offerte. C'entra anche il modo in cui si fanno le gare, avevamo già aggiudicato ma è scattata un'interdittiva antimafia, l'impresa è stata giudicata inadatta, a volte succede». Nel frattempo «il gestore doveva vigilare. Non è nel mio stile fare illazioni, chiarirà la magistratura. Doveva esserci una vigilanza notturna. Ora, perché la società che garantisce la gestione di questo immobile non abbia fatto sufficientemente bene non sta a me dirlo, ci sono indagini in corso». Chi ha sbagliato pagherà «compreso il Comune. Rimane il fatto che sei persone sono morte, una tragedia». E tira in ballo il Pnrr, «forse più che pensare a grandi opere bisognerebbe pensare a mettere in sicurezza case di riposo e di edilizia popolare». Dichiarerà lutto cittadino il giorno delle esequie.
Sta di fatto che il materasso della stanza 605 da cui sono divampate le fiamme a causa di una sigaretta, si è liquefatto rapidamente (con una velocità di combustione che lascia perplessi gli inquirenti, saranno verificati i materiali di tutti i letti). E che l'impianto antifumo fosse guasto era scritto da martedì anche sui muri: la cooperativa Proges che gestisce la Rsa dal 2009 aveva appeso volantini che certificavano «problematiche agli impianti» e informavano che ogni notte sarebbe stato presente un addetto di un'azienda specializzata nella lotta antincendio ad alto rischio. Un piano B fino ai lavori per il nuovo impianto, come stabilito tra gestore e Comune. La carenza di personale? È stata denunciata anche da sindacati e dipendenti. Proges ieri ha precisato che le persone in servizio al momento del rogo erano sette (per 159 ospiti). Cinque operatori sociosanitari, un infermiere e un custode, «le presenze in tutte le strutture di Proges rispettano le soglie di minutaggio previste dalla Regione Lombardia e dai contratti che regolano la gestione delle strutture». Conferma la presenza «un addetto antincendio»in attesa del ripristino dell'impianto antifumo», e agli Oss «sono stati somministrati corsi antincendio straordinari per garantire persone formate in ogni turno». Le «dotazioni antincendio «erano a norma», estintori e porte tagliafuoco. Il minutaggio è il meccanismo con cui viene calcolato per ogni paziente quanti minuti ogni operatore debba spendere per assisterlo. In Lombardia lo standard minimo è di 911 minuti a testa alla settimana, circa 130 minuti al giorno. Il sindacato Cub indirà uno sciopero dei lavoratori delle Rsa per «ribadire le denunce inascoltate rispetto alla carenza di controlli e sicurezza nelle rsa.
Molto non funziona nel sistema di gestione dato in appalto a coop che puntano al risparmio». Chiedono all'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso «un intervento per evitate future tragedie». Per la Cgil Milano «vanno cambiate le regole per avere più addetti, minutaggi troppo bassi».
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